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Siracusa, Villa Corallo: ecco le motivazioni che hanno portato alla condanna a 3 anni e 8 mesi per il Pm Musco

In sostanza emerge a piene mani - si legge nella conclusione delle motivazioni della sentenza - l'intento di Musco [...] di "gestire" l'intera vicenda attinente ai controlli effettuati dalla Polizia sulla villa Corallo, facendo valere sugli appartenenti al commissariato il proprio ruolo" al fine di costringerli a non proseguire nella propria attività

Il poderoso compendio probatorio in atti consente di pervenire oltre ogni ragionevole dubbio all’affermazione della penale responsabilità dell’imputato“. Sono state depositate le motivazioni della sentenza di condanna a 3 anni e 8 mesi per tentata concussione ai danni del Pm Maurizio Musco (oggi trasferito a Sassari con un provvedimento del Csm che non è collegato a questo fatto) per avere abusato della sua qualità di magistrato e posto in essere atti diretti a costringere o indurre agenti di polizia a desistere da ulteriori controlli e attività sulla villa Corallo ad Augusta.

Il Tribunale ha ricostruito l’intero svolgimento dell’udienza e dei fatti che hanno portato ad essa: la denuncia presentata dall’avvocato Piero Amara da parte dell’imprenditore Corallo nelle mani dell’amico Musco su presunti abusi commessi da parte di un altro agente in un più recente intervento sulla villa; l’autoassegnazione dei fascicoli riguardanti questo e altri procedimenti che non erano di competenza del sostituto procuratore (se non in situazioni emergenziali, e in quel caso non lo era); i “battibecchi” in Procura con il dirigente del commissariato Pasquale Alongi che aveva contestato il modo di operare del magistrato stesso sottolineando nel proprio rapporto di servizio la presenza del Pm e dell’avvocato Amara, insieme, alla serata danzante in Villa Corallo.

I giudici peloritani aggiungono che Musco solo il giorno successivo (4 settembre) alla lite con Alongi decise di astenersi dalle indagini facendo riferimento per iscritto alla sua presenza in quel 30 agosto 2007 e alla sua qualità di socio dell’associazione che faceva capo a Corallo.

In sostanza emerge a piene mani – si legge nella conclusione delle motivazioni della sentenza – l’intento di Musco […] di “gestire” l’intera vicenda attinente ai controlli effettuati dalla Polizia sulla villa Corallo, facendo valere sugli appartenenti al commissariato il proprio ruolo” al fine di costringerli a non proseguire nella propria attività. Non è bastata la decisione di astenersi perché ormai troppo tardi e “obbligata” dal conflitto verbale con Alongi.

Da qui i 3 anni e 8 mesi, l’interdizione in perpetuo dai pubblici uffici e l’estinzione del rapporto di lavoro nei confronti dello stesso. Si tratta, è bene precisare, della sentenza in primo grado con pena sospesa su cui il Pm ha già annunciato di voler ricorrere in appello.


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