Il Tribunale di Messina ha condannato il sostituto procuratore Maurizio Musco a 3 anni e 8 mesi per tentata concussione sulla vicenda comunemente conosciuta come Villa Corallo.
Una questione che ruota attorno a un intervento fatto dalla polizia in una villa di Augusta nel 2007 dove era in corso una festa alla quale il magistrato prese parte. L’indagine è stata avviata nell’agosto di 10 anni fa da un’ispezione effettuata dalla polizia nella villa degli imprenditori Giovanni e Francesco Corallo, dove il magistrato si trovava assieme ad altri ospiti.
Il Pm (recentemente condannato per i Veleni in Procura) si sarebbe avvicinato ai poliziotti e dopo essersi qualificato avrebbe comunicato di essere titolare di un altro fascicolo concernente analoghi fatti invitando i poliziotti a comunicargli l’esito degli accertamenti. Stando a quanto ricostruito dai magistrati di Messina, competenti per territorio, Musco dopo avere saputo dai poliziotti di essere intervenuti su segnalazione dei carabinieri avrebbe telefonato alla sala operativa per capire da chi era partita la richiesta di intervento e il giorno dopo il controllo convocò nel suo ufficio gli agenti che avevano operato accompagnati dal dirigente della Polizia.
Successivamente iscrisse nel registro degli indagati gli stessi funzionari di polizia (posizioni poi archiviate), alla luce di una denuncia su gravi irregolarità commesse nel corso dell’ispezione presentata da Corallo, difeso dall’avvocato Piero Amara.
Per la procura di Messina così avrebbe indirizzato nei confronti del funzionario di polizia e dei suoi collaboratori un avvertimento a desistere da ulteriori attività di controllo nella villa dell’imprenditore.
Oltre alla condanna, i giudici hanno dichiarato il Pm imputato interdetto in perpetuo dai pubblici uffici e l’estinzione del rapporto di lavoro nei confronti dello stesso. Pena sospesa in attesa dei 90 giorni per il deposito della motivazione e dell’appello che lo stesso magistrato ha già annunciato di voler presentare.
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