In studio con i consiglieri di opposizione Ferdinando Messina e Paolo Romano

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Sistema Siracusa: Amara affidato in prova ai Servizi sociali, confermato il patteggiamento “romano” di Calafiore

Amara dallo scorso marzo era in semilibertà, Calafiore attende un nuovo pronunciamento della Suprema corte sul patteggiamento a Messina

Calafiore e Amara

Il tribunale di Sorveglianza di Perugia ha disposto l’affidamento in prova ai Servizio sociali per l’avvocato fulcro del Sistema Siracusa, Piero Amara. L’avvocato di Augusta dallo scorso marzo era in semilibertà e quindi per 10 mesi è potuto uscire dal carcere di Terni (in cui si trovava dall’8 giugno 2021) per poi rientrare la notte. Il legale, dopo aver deciso di collaborare con la giustizia, aveva patteggiato 3 anni a Roma, 1 anno e 2 mesi a Messina e 9 mesi a Siracusa (sulla vicenda Sai8).

Il regime di semilibertà consisteva nella concessione di trascorrere parte del giorno fuori dell’istituto per partecipare ad attività lavorative, istruttive o comunque utili al reinserimento sociale. Col passare del tempo si attenua gradualmente la pena del regime applicato. Amara resterà comunque di base a Spoleto, d0v’è residente, ma certo è che la gola profonda siracusana che ha fatto tremare (e arrestare) mezza Italia con le sue confessioni, in questi mesi ha visto assolvere il giudice Nicola Russo, il proscioglimento dell’ex segretaria al Csm del consigliere Piercamillo Davigo, Marcella Contraffatto, sulla vicenda della Loggia Ungheria, per cui la Procura di Perugia aveva chiuso l’indagine con l’archiviazione, e anche nel processo sul caso Eni-Nigeria furono tutti assolti in primo grado con la formula “perché il fatto non sussiste”.

Sull’attendibilità del “pentito”, quindi, ci sarebbe molto su cui discutere. Tante le Procure che l’hanno messa in dubbio e numerose oggi sono le denunce per calunnia o diffamazioni nei confronti di Amara, ma anche di Calafiore. Che intanto si è visto dichiarare “inammissibile” il ricorso in Cassazione contro il patteggiamento a Roma.

Lo scorso 25 maggio l’avvocato Giuseppe Calafiore era tornato in aula a Messina dopo l’annullamento del patteggiamento di 11 mesi e ha siglato un ulteriore patteggiamento a 10 mesi e 4 giorni. Il “Sistema Siracusa” per lui, che si faceva chiamare “Escobar”, si era chiuso con una pena complessiva (includendo il patteggiamento di Roma) pari a 3 anni, 7 mesi e 4 giorni. Ma la Procura generale non si è trovata d’accordo e aveva presentato nuovo ricorso. Il 10 febbraio nuova udienza in Cassazione che dovrà decidere proprio sul ricorso della Procura generale di Messina contro il patteggiamento di Calafiore nell’ambito delle vicende riguardanti il cosiddetto Sistema Siracusa.


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