In tendenza

Sistema Siracusa, Amara ascoltato a Messina fa altri nomi. Ferraro si espone: “attività corruttiva non addebitabile al prof Mineo”

Confuso, a tratti, l’avvocato di Augusta prova a ricordare eventi di anni fa, in una vicenda che appare tutt’altro che terminata. E che ha contorni ancora nebulosi

“Alla luce delle verità processuali che stanno emergendo nel lungo iter al tribunale di Messina (come più volte dichiarato anche dall’avvocato Amara) ritengo che ci sia stata attività corruttiva non addebitabile al professore Mineo”. Imputato a Messina per corruzione nell’ambito del processo sul Sistema Siracusa, l’imprenditore Alessandro Ferraro si lascia andare a uno dei pochi commenti in merito. E lo fa dopo aver assistito all’ultima udienza, le scorse settimane, e dopo aver riletto le trascrizioni delle dichiarazioni del grande collaboratore della Procura: quel Piero Amara che ha già patteggiato e che adesso si trova in carcere (dopo che il tribunale di sorveglianza di Roma non ha concesso la pena alternativa dei servizi sociali, condanne definitive 4anni e 3 mesi).

Lo scorso 4 febbraio l’avvocato fulcro del Sistema si è collegato dalla casa circondariale in cui si trova per rispondere alle domande dell’avvocato Trantino e ha – nuovamente – allargato le maglie rispetto alla storia già conosciuta. Amara ha praticamente ammesso di non avere a disposizione il solo giudice Giuseppe Mineo (imputato di reato connesso) sulla vicenda dei maxi risarcimenti Open Land ma anche altri componenti del collegio. Anzi, dice di più, come si legge nelle trascrizioni d’udienza e rivela che “per quasi un anno ci fu un toto risarcimento” dice l’avvocato Amara , e che “più persone formulando richieste all’avvocato Calafiore cercavano di accreditarsi un risultato”. Quando si rivolsero a Denis Verdini (ex parlamentare e imputato anche lui) gli fece vedere le chat “che lui ha avuto con Gianni Letta e organizzò l’incontro con il presidente Zucchelli, che Verdini avrebbe incontrato. Poi Verdini mi riferisce dell’esito”.

Quindi Amara chiese a Verdini di intercedere attraverso Gianni Letta con il presidente del Cga Zucchelli per avere notizie sulla Camera di Consiglio che doveva esprimersi sui danni presuntamente subiti da Fiera del Sud ad opera del Comune di Siracusa. E il compagno di mille “avventure” – l’avvocato Giuseppe Calafiore -, era particolarmente ansioso rispetto all’esito di questa vicenda. Era lui, compagno dell’imprenditrice Rita Frontino, a essere più interessato (diversamente dallo stesso Ferraro che – a dire del legale – si diceva contrario) ma ciò non toglie che in una chat del 5 febbraio Amara stesso la definisce la partita più importante della vita, mentre Verdini la considera una “rinascita”. Anche se poi ammette di avere pure altro in ballo.

Tornando all’udienza di inizio febbraio, Amara ammette anche che Ferraro rispetto a Open Land aveva “un’esigenza diversa”: i soldi transitati sul suo conto non sono andati al Giudice Mineo ma all’onorevole Peppe Drago per curarsi in Malesia (suddiviso in 2 ricoveri al MC di Kuala Lumpur). Le cure non salvarono Drago, che morì pochi mesi dopo, ma quelle somme sarebbero state – secondo la ricostruzione del legale augustano – solo un prestito da restituire non appena l’assicurazione della Camera dei deputati avesse erogato il rimborso. Mineo avrebbe “solo” chiesto l’aiuto per Peppe Drago che stava morendo. La verità processuale è ancora di là da venire, per l’accusa Amara (che a Messina ha già patteggiato) caldeggiò la nomina di Mineo al Consiglio di Stato attraverso l’ex parlamentare Denis Verdini e Luca Lotti, quest’ultimo col compito di portarla al Consiglio dei ministri. Ma la nomina comunque non andò in porto a causa dei ritardi nella pubblicazione delle sentenze cui era estensore.

Amara in ogni caso ammette di aver parlato con De Lipsis e Caruso (che hanno patteggiato a Roma) e con altri componenti del collegio. L’avvocato Amara, inoltre ammette di avere notizie in diretta di quello che succedeva in Camera di Consiglio da più giudici, ma non aveva promesso in cambio a Mineo la nomina al Consiglio di Stato. Comunque durante i mesi di attesa dalla Camera di Consiglio e la pubblicazione della sentenza durante l’ultima udienza Amara ha anche parlato di notizie che sarebbero circolate, secondo cui sarebbe stata presente una bozza già stata trasmessa al presidente Zucchelli favorevole. Poi “c’era chi sosteneva che era stato appunto deciso – si legge nelle trascrizioni d’udienza di Amara –, c’è chi sosteneva che in realtà nonostante la Camera di Consiglio, all’interno del Collegio in realtà la decisione non era stata definitivamente assunta ed in questo contesto di incertezza ci si muoveva ecco”. Confuso, a tratti, l’avvocato di Augusta prova a ricordare eventi di anni fa, in una vicenda che appare tutt’altro che terminata. E che ha contorni ancora nebulosi.


© Riproduzione riservata - Termini e Condizioni
Stampa Articolo


© Riproduzione riservata - Termini e Condizioni