Novantadue firmatari tra docenti e personale ATA dell’I.T.I. Enrico Fermi di Siracusa, mossi da senso di responsabilità civile, etica e umana, attraverso un appello dicono STOP alla strage che sta insanguinando Gaza e manifestano il loro totale dissenso, chiedendo al Governo italiano di mettere in atto tutte le azioni utili a condurre ad un immediato cessate il fuoco.
“Nel lontano 1930, Albert Einstein venne invitato dalla Società delle Nazioni e dal suo Istituto Internazionale di Cooperazione Intellettuale di Parigi a uno scambio di opinioni su un tema a sua scelta, con una persona di suo gradimento. Einstein pensò, senza esitazioni, a Sigmund Freud, rivolgendogli una domanda quanto mai attuale: – si legge nel documento – “C’è un modo per liberare gli uomini dalla fatalità della guerra?”
Per Einstein, nessun tentativo di soluzione era, fino a quel momento, giunto a risultati concreti. La sete di potere della classe dominante, lo smodato desiderio di controllo politico, i vantaggi mercenari ed economici, il dominio di una minoranza capace di soggiogare la massa — che da ogni guerra ha solo da soffrire e da perdere — erano i punti cruciali della sua riflessione.
Ripercorrendo la storia, Einstein ricordò le guerre dovute al fanatismo religioso, a fattori sociali o alla persecuzione di minoranze etniche, arrivando alla dolorosa conclusione che l’uomo prova piacere nell’odiare e nel distruggere. Questo impulso, latente, emerge con forza in circostanze eccezionali, alimentato da psicosi collettive.
Alla fine del suo scritto, Einstein chiese a Freud risposte esplicite a tutte le sue domande, esortandolo a esporre il problema della pace mondiale alla luce delle sue recenti scoperte. Era convinto che quell’analisi potesse aprire la strada a nuovi e validi percorsi d’azione.
A distanza di quasi un secolo, la domanda resta la stessa: C’è un modo per liberare l’uomo dalla volontà di fare la guerra?
Cosa potremmo rispondere oggi a Einstein?
Freud, allora, rispose che la guerra è frutto di un istinto innato, ma anche il prodotto di un sistema sociale che la legittima. Non offrì una soluzione definitiva, riconoscendo l’impossibilità di eliminarla del tutto. Tuttavia, era fermamente convinto che la promozione dell’evoluzione civile, della cultura, della scienza e dell’educazione potesse ridurre la propensione alla violenza.
Oggi, purtroppo, possiamo solo dire ad Einstein che abbiamo fallito. Le parole di Freud sono state vanificate da violenze, massacri, bombe, droni che seminano morte e distruzione, senza sosta e senza vergogna.
Noi, come tutti nel mondo, osserviamo quanto accade in varie parti del pianeta e non possiamo più tacere. Sentiamo il dovere di far risuonare con forza i principi costituzionali che tutelano la dignità umana, e i valori sanciti nella Dichiarazione Universale dei Diritti Umani.
In particolare, nella Striscia di Gaza, dove civili privati di acqua, cibo, medicine e beni di prima necessità — vittime innocenti da troppo tempo — subiscono quotidianamente atrocità indicibili. Tra le macerie, vivono lo sgomento della morte, della distruzione, della sistematica violazione dei diritti fondamentali. Una realtà a cui nessun essere umano dovrebbe mai essere sottoposto.
La sofferenza dei più fragili non può più essere ignorata.
È giunto il momento di proclamare con forza il rispetto per la vita umana, senza condizioni. È nostro dovere morale, come adulti, educare alla pace, al dialogo tra i popoli, e trasmettere alle giovani generazioni i valori fondamentali di una società civile e giusta, che protegge e difende i deboli.
Non vogliamo essere spettatori inermi.
Gridiamo con sdegno tutto il nostro dissenso contro la carneficina di bambini, donne e uomini che da mesi si consuma nella Striscia di Gaza. Chiediamo il rispetto del Diritto Internazionale Umanitario e invitiamo le parti al dialogo per una soluzione pacifica del conflitto.
Sollecitiamo il Governo italiano a mettere in atto tutte le azioni economiche e diplomatiche possibili per ottenere un immediato cessate il fuoco.”
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