“Il polo siracusano ha tutte le potenzialità per diventare un modello nazionale di riconversione sostenibile. Ma serve coraggio politico, non possiamo più attendere”: lo affermano Fim, Fiom e Uim regionali e di Siracusa, in una nota congiunta, che denunciano “l’assenza di una strategia politica chiara e condivisa per la riconversione dell’area industriale di Priolo-Augusta-Melilli, col rischio concreto di pesanti ripercussioni sull’occupazione e sul futuro produttivo del territorio“.
Fim, Fiom e Uilm terranno un attivo unitario lunedì prossimo alla Cassa edile di Siracusa, in via Ermocrate, 6, sul futuro del petrolchimico di Siracusa. All’attivo parteciperanno i segretari regionali di Fim, Fiom e Uil Piero Nicastro, Francesco Foti e Vincenzo Comella, i segretari provinciali Angelo Sardella, Antonio Recano e Giorgio Miozzi, delegate e delegati. I sindacati chiedono un confronto “con governo, imprese e istituzioni locali e investimenti pubblici e privati certi per una riconversione sostenibile e competitiva a cominciare dalla valorizzazione delle aree industriali dismesse da utilizzare per progetti green e innovativi”.
“Peggiorano le condizioni dei lavoratori e l’evidenza rappresentata da impianti spenti, assenza di manutenzione e abbassamento dei livelli di sicurezza – scrivono i segretari regionali Fim, Fiom Uil, Nicastro, Foti e Comella e i segretari provinciali Sardella, Recano e Miozzi – produce il rischio di azzerare 70 anni di storia industriale, con la perdita di migliaia di posti di lavoro. Fino ad oggi non ci sono indicazioni chiare da parte del governo su obiettivi, settori strategici e coperture finanziarie“.
Per difendere l’industria a Siracusa – chiedono i sindacati – è necessario realizzare investimenti per una transizione energetica ambientalmente e socialmente sostenibile. Fim, Fiom e Uilm sottolineano inoltre che “i lavoratori vogliono essere protagonisti del cambiamento, non spettatori passivi di scelte calate dall’alto o, peggio, dell’inerzia istituzionale“.
L’attivo unitario è stato convocato per definire le azioni da intraprendere “in assenza di atti concreti e per lanciare un monito alle istituzioni“. “La transizione energetica non può essere una promessa astratta – sostengono Fim, Fiom e Uilm – Servono azioni immediate, risorse concrete e una visione industriale moderna. Il polo siracusano ha tutte le potenzialità per diventare un modello nazionale di riconversione sostenibile. Ma serve coraggio politico, i lavoratori non possono più attendere“.
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