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Sversamenti sul Canale Alpina: proseguono le indagini della Procura, la società precisa: “risale al 2020”. E Report dedicherà un servizio

Si tratta di un piccolo fiume che sfocia nel mare di Marina di Melilli, trasportando ingenti quantità di acque di scarico provenienti dall’Isab di Priolo

Gli occhi della stampa non solo locale e delle tv nazionali sono tornati su Siracusa e sulla zona industriale. Oggetto di attenzione il canale Alpina, un piccolo fiume che sfocia nel mare di Marina di Melilli, trasportando ingenti quantità di acque di scarico provenienti dall’Isab di Priolo.

Le acque dovrebbero immettersi nel mare dopo un processo di depurazione, realizzato tramite un impianto interno allo stabilimento di nome Tas. Ma secondo la Procura della Repubblica di Siracusa quell’impianto non era in grado di ridurre davvero l’ingente carico inquinante della raffineria, destinato quindi a finire in mare. Il quotidiano La Sicilia se n’è occupato ieri rivelando che manager, tecnici e consulenti dell’impianto di depurazione sono indagati per inquinamento ambientale, con l’accusa di aver diluito gli inquinati e contraffatto le analisi di controllo.

Secondo la Procura inoltre il terriccio intorno al canale veniva ripulito, per cancellare le tracce di idrocarburi, sostituendo i ciottoli sporchi con materiali nuovi. La costa dei veleni, tra Augusta e Siracusa – finita sotto i riflettori già alcuni anni fa per gli sversamenti di mercurio – invece che le necessarie bonifiche accoglie nuovo inquinamento.

Report si è occupato della vicenda e ne parlerà approfonditamente in una delle prossima puntate, durante la quale mostreranno la loro visita al canale Alpina, avvenuto per raccogliere campioni dei ciottoli contaminati.

La società intanto precisa che l’avvio dell’indagine in questione risale al 2020 e che è in corso un incidente probatorio nell’ambito del quale è stata già depositata una relazione tecnica redatta da collegio peritale di esperti autorevoli, designato dal giudice competente, che ha concluso nel senso di escludere la compromissione dell’acqua di mare in prossimità dell’immissione del canale Alpina, recettore dello scarico del Tas di Isan, dei relativi sedimenti nonché dell’aria del comprensorio di Priolo Gargallo. Isab confida che, anche ad esito dell’ulteriore supplemento di indagine disposto limitatamente all’ambiente marino nell’ambito dello stesso incidente probatorio, vengano confermate le conclusioni della perizia.

In realtà proprio del canale Alpina se ne parla almeno dal 2016, con interrogazioni al Governo e risposte della società. Poi a novembre 2020 la Capitaneria di Porto intervenne su presunti scarichi di idrocarburi nella baia di Santa Panagia disponendo il rafforzamento della barriera antinquinamento con l’installazione di ulteriori file di panne meccaniche di contenimento. Fatto accaduto nuovamente almeno nel 2022. La Procura aveva aperto un fascicolo per accertare eventuali profili di responsabilità ed evidentemente anche quell’indagine sta andando avanti.


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