Il rispetto del “bene comune”, “dell’ambiente circostante”, quello in cui ci muoviamo, viviamo, respiriamo, è un concetto non facile da elaborare e metabolizzare in una società dove tutti i suoi componenti sono abituati ad essere indipendenti ed individualisti.
Ognuno è padrone di sé, delle sue cose, della sua vita ma per garantire la propria libertà e far rispettare i propri diritti occorre rispettare quelli degli altri. Se è bello vedere tutto pulito in casa propria non si può pensare, girato l’angolo, di imbrattare la strada perché non ci appartiene direttamente.
E così se a nessuno viene in mente di buttare le carte o le bottiglie di plastica vuote in giro per casa perché allora buttarle per la strada o peggio nel recinto degli scavi archeologici?
Gli scavi di via XX settembre e di via dei Mergulensi, recentemente fatti ripulire dal Comune, tolte le erbacce, raccolte le immondizie, ripropongono l’immagine antica della città. Quegli insediamenti primitivi di via dei Mergulensi, spaccato di vita ancestrale, o le fortificazioni di via XX settembre necessarie alla difesa della città dagli attacchi nemici, non meritano proprio di essere destinati a pattume dei cittadini. I due siti sono stati ripuliti da pochissimo ma ecco che in via dei Mergulensi rispunta una bottiglia di plastica abbandonata.
Non ci potrà essere nessun servizio pulizia valido se la gente non si astiene dal buttare le immondizie là dove non deve.
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