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Sciopero nazionale Igiene ambientale. Sì da Cgil, Cisl, Uil e Fiadel. Ugl dice no: “i lavoratori meritano rispetto, non sono burattini”

Il segretario territoriale Paolo Iacono spiega le ragioni della decisione

Lavoratori del comparto di Igiene Urbana

L’UGL Igiene Ambientale di Siracusa annuncia che non aderirà allo sciopero nazionale di categoria proclamato da CGIL, CISL, UIL e FIADEL, prendendo una posizione netta contro quella che definisce una mobilitazione “incoerente e strumentale”.

Il segretario territoriale Paolo Iacono spiega le ragioni della decisione: “I lavoratori devono essere rispettati e non trattati come dei burattini. Questo sciopero nasce dai pentimenti di chi ha firmato, nel 2016, un contratto collettivo nazionale del lavoro che ha danneggiato gli operatori, introducendo i cosiddetti livelli J – veri e propri livelli della fame – con retribuzioni intorno agli 800 euro mensili e parametri di inquadramento penalizzanti”.

Secondo Iacono, gli effetti di quelle scelte si riflettono ancora oggi in declassamenti, esclusioni dai permessi R.O.L. per gli ultimi assunti e in una generale perdita di dignità per la categoria: “Questo sciopero non tutela i lavoratori, ma chi li ha danneggiati. È una protesta che non risolve i problemi reali del settore e che, anzi, penalizza i cittadini che pagano le tasse senza ricevere servizi all’altezza delle esigenze dei territori.”

Il segretario dell’UGL richiama infine l’attenzione su un tema spesso dimenticato: la sicurezza sul lavoro, in particolare per gli addetti alla raccolta porta a porta (P.A.P.), impegnati quotidianamente in mansioni “massacranti e ad alto rischio. Servono soluzioni, non slogan. I nostri lavoratori meritano condizioni dignitose, sicurezza reale e un contratto equo. Questo sciopero non risponde a nessuno di questi obiettivi.”

Le segreterie provinciali di Fp Cgil, Fit Cisl, Uil trasporti e Fiadel, invece, aderiscono: “Il contratto nazionale di lavoro è scaduto dal 31.12.2024. Abbiamo chiesto alle associazioni delle imprese, Utilitalia, Cisambiente/Confindustria, Assoambiente e Centrali cooperative – si legge nella nota dei sindacati – delle risposte certe su gravi problematiche che affliggono gli operatori del settore, implementando e rafforzando, ad esempio, le norme e degli strumenti di prevenzione per salute e sicurezza affinché il settore, oggi al primo posto per infortuni spesso mortali nei servizi pubblici locali, non detenga più questo triste primato e migliori sensibilmente le condizioni di lavoro; il miglioramento e l’adeguamento della classificazione del personale, riconoscendo le nuove professionalità e le innovazioni tecnologiche e organizzative sviluppate in questi anni, modernizzando la classificazione; recuperare le differenze contrattuali tra generazioni e genere, aumentando la tutela per il personale over 55, riducendo il divario salariale relativo all’inquadramento del personale neoassunto, ridefinendo l’equilibrio dei tempi di vita e di lavoro, garantendo la stabilità occupazionale dei lavoratori in appalto, cominciando dall’obbligo di applicazione di questo contratto anche per le cooperative sociali; aumentare le retribuzioni attraverso il recupero del potere d’acquisto dei salari eroso dall’inflazione del triennio 22/24 e da quella prevista per il triennio 25/27, anche riqualificando il sistema indennitario, implementando il sistema di welfare e di sanità integrativa, adeguando la produttività prevista dal contratto. Il settore può crescere solo tramite imprese pubbliche e private con capacità di sviluppo industriale e possibilità di fare investimenti significativi. Il contratto nazionale è lo strumento fondamentale di coesione tra imprese, lavoratori e comunità locali ed è per questo che è fondamentale riconoscere alle lavoratrici e ai lavoratori del settore un rinnovo economico che recuperi le differenze create dall’inflazione e che tuteli maggiormente la salute e la sicurezza di chi svolge un lavoro indispensabile ma gravoso”.


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