Un manifesto contro l’aborto comparso stamane in viale Santa Panagia ha suscitato le ire di diverse associazioni cittadine (Accoglierete, Arcigay Siracusa, Arci Siracusa, Cgil, Centro Antiviolenza Ipazia e Unione degli studenti su tutte) che chiedono all’amministrazione comunale la rimozione dello stesso. Oggetto del contendere è la campagna contro l’aborto lanciata dall’associazione Pro vita, che, si legge sul sito ufficiale “si impegna per costruire una società fondata sui valori della vita e della famiglia, contro la “cultura della morte“. L’associazione da tempo si oppone alla legge dello Stato che consente l’interruzione di gravidanza e con le sue campagne pubblicitarie ha già creato accese discussioni anche in altre parti d’Italia.
E oggi, con l’apparizione del manifesto pubblicitario in viale Santa Panagia ecco che la polemica si infiamma anche a Siracusa. “Il corpo è mio e decido io!” Un vecchio slogan, che riassume il pieno significato delle lotte messe in campo dalle femministe del passato per raggiungere la piena autodeterminazione delle donne. Una battaglia – scrivono le associazioni siracusane – che in Italia sembrava vinta con l’approvazione nel 1978 della legge 194 “Norme per la tutela sociale della maternità e sull’interruzione volontaria della gravidanza” ma che dopo oltre quarant’anni, non solo registra pericolosi passi indietro a causa di sempre più crescenti criticità nell’applicazione della norma stessa ma che addirittura registra allarmanti passi indietro con la messa in discussione in tempi recenti, anche a livello politico, della sua legittimità attraverso discutibili campagne ad opera di associazioni antiabortiste”.
Insomma, un messaggio inconcepibile per le associazioni siracusane, che si oppongono con forza alle narrazioni portate avanti dal movimento Pro vita, e che per questo chiedono all’amministrazione comunale di attivarsi per la rimozione dello stesso.
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