“Con mozione consiliare del 05/05/2025 è stata proposta l’intitolazione di una via cittadina a Sergio Ramelli. Premetto che, pur non condividendo gli ideali e le idee politiche di Sergio Ramelli, condanno fermamente la barbara uccisione di cui è stato vittima e ho profondo rispetto per il dolore suo e della sua famiglia. Non riesco mai a trovare ragioni che possano giustificare l’assassinio di una persona. Tantomeno ragioni di natura politica, immaginando quest’ultima sempre nei confini del confronto, del rispetto delle opinioni altrui, anche se non condivise, se necessario anche dello scontro che deve però rimanere sempre nei limiti della legalità, della correttezza e della civile convivenza”, così in una nota Andrea Buccheri, consigliere comunale di Siracusa, entra sulla vicenda che riguarda la possibile intitolazione di una via di Siracusa a Sergio Ramelli.
“La stessa mozione consiliare mette in evidenza il periodo storico nel quale il povero Ramelli venne assassinato, testualmente come di seguito: “gli anni settanta, i cosiddetti anni di piombo, sono una delle pagine più tristi della nostra storia (…). La tragica vicenda di Sergio Ramelli, così come quella di altri ragazzi politicamente schierati sia a destra sia a sinistra è l’emblema di un periodo buio e crudele che ha visto tanti giovani morire solo perché spinti da nobili ideali, anche se divisivi, a cui credevano sinceramente e fortemente”. La mozione, quindi, inquadra giustamente la vicenda Ramelli all’interno di uno dei periodi più bui della (allora giovanissima) nostra Repubblica, posto che essa nasce dopo il secondo conflitto mondiale e grazie anche al sacrificio di coloro che furono costretti a combattere il fascismo che aveva portato il paese alla rovina”, aggiunge riprendendo anche alcuni passaggi che secondo lui mancherebbero nella mozione presentata da Fratelli d’Italia.
“La mozione consiliare non ricorda, purtroppo, che la figura di Sergio Ramelli viene evocata, nelle commemorazioni di ogni anno, in raduni con saluti romani e con il rito del presente, con abbigliamenti e rituali della propaganda neofascista: per molte di queste manifestazioni le Procure di molte città italiane hanno aperto inchieste per violazione della Legge Scelba in quanto considerano questi comportamenti apologia del ventennio. Quanto detto in precedenza, sia in merito agli “anni bui”, che vedono l’uccisione di Sergio Ramelli (schierato a destra) e di altri militanti politici schierati a sinistra, sia con riferimento alla strumentalizzazione che viene periodicamente riproposta, consiglia, almeno fino ad oggi, di evitare l’intitolazione della via così come richiesto perché la figura di Sergio Ramelli, inquadrata nel contesto storico che lo riguarda, appare ancora oggi divisiva e oggetto di possibili, non condivisibili, strumentalizzazioni. Rimane, inoltre, non totalmente chiaro se gli ideali e i valori cui Ramelli si riconosceva fossero totalmente in aderenza, o comunque non contrari, ai principi di antifascismo cui la nostra Carta costituzionale, fra l’altro, si ispira”, dice ancora.
“È appena il caso di sottolineare che la toponomastica di una città democratica, ispirata ai valori della nostra Costituzione, debba ricordare ed onorare personalità che nel corso della loro esistenza terrena si sono indubbiamente distinte per attività svolte e impegno sociale sempre coerenti con i principi di democrazia, legalità, giustizia sociale e antifascismo. Quello che sicuramente una città democratica non deve fare è orientare la propria toponomastica verso personalità che, seppur loro malgrado, sono o possono essere strumentalizzate o essere considerate profondamente divisive. La toponomastica è memoria e narrazione di ciò che merita di essere ricordato e che, seppur in presenza di pensieri, visioni e opinioni differenti, non sia strumento di abuso verso nostalgie e revisionismi. In questo contesto ricordo che nella toponomastica della nostra città esiste già il ‘Largo caduti del terrorismo’ che ricorda tutte le vittime di quegli anni bui e infuocati, indipendentemente dalla loro appartenenza politica. In sede di conferenza dei capigruppo del Consiglio comunale ho manifestato, motivandolo, il mio pensiero orientato verso l’inopportunità della trattazione della mozione. Rimango comunque fiducioso nel Consiglio comunale che, attraverso la libera espressione democratica, eserciti le proprie funzioni rigettando la mozione in questione. Ovviamente, per quanto mi riguarda, voterò convintamente contro la mozione”, conclude.
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