“Ancora una volta la sinistra politica ha perso l’occasione per compiere un passo verso la vera pacificazione nazionale.” Lo dichiara Paolo Cavallaro, capogruppo di Fratelli d’Italia al Consiglio comunale di Siracusa, in risposta alla nota dei gruppi consiliari progressisti che si oppongono alla proposta di intitolare una via cittadina a Sergio Ramelli, proposta unificata che comprende anche i nomi di Mario Lupo e Walter Rossi.
“Nonostante i loro padri nobili – da Berlinguer a Pajetta, da Iotti a Violante, fino a Veltroni – abbiano mostrato negli anni grande levatura politica, oggi la sinistra sceglie di alimentare l’odio ideologico e respingere un’iniziativa che rappresenta invece un passo verso un riconoscimento equilibrato delle vittime degli anni di piombo, senza distinzioni di appartenenza.”
Secondo Cavallaro, la mozione presentata da Fratelli d’Italia è stata mal interpretata: “Dispiace constatare che nessuno abbia colto il senso aperto e distensivo del documento, né abbia letto con attenzione le due mozioni unificate che, proprio nell’unità, trovano il loro valore politico e simbolico.”
Cavallaro annuncia che la mozione integrata sarà regolarmente sottoposta al voto del Consiglio comunale: “Il giorno dopo la votazione, sarà compito della sinistra spiegare ai cittadini perché ha negato la memoria condivisa a tre ragazzi, assassinati per il solo fatto di aver manifestato le proprie idee. La violenza ideologica che ha stroncato le loro vite non ha nulla a che vedere con l’impegno politico e civile.”
Infine, un appello al senso civico: “In un momento storico segnato da nuove tensioni sociali, odio online e guerre, è fondamentale offrire modelli positivi alle nuove generazioni, ricordando che la violenza non può mai prevalere sul confronto democratico. L’intitolazione di una via ha anche questo scopo: trasmettere valori, memoria e impegno civile. Mi auguro – conclude Cavallaro – che il dibattito sia sereno, libero da strumentalizzazioni legate al fascismo o all’antifascismo, e fondato sui principi della democrazia e della libertà di pensiero, che furono negati proprio a Ramelli, Lupo e Rossi.”
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