Vandali e grafomani si aggirano intorno a Palazzo Montalto.
Le scritte sui muri, già denunciate circa un mese fa, non sono state ancora rimosse, restano a far bella mostra di sé. Frasi senza senso, dal significato mirato alla comprensione dei pochi alle quali sono rivolte, imbrattano la parete di uno dei palazzi più belli dell’arte catalana.
L’inerzia rassicura i grafomani che incalzano con scritte sui sedili antistanti il Palazzo, in quella parte silenziosa e riservata di via dei Montalto e dei Mergulensi, lontana, quasi assente, dal pullulare quotidiano di turisti e passanti.
Un’isola nell’isola, che favorisce la disattenzione e la distrazione di tutti addetti e non addetti al controllo, che permette gigantografie sui muri e, a maggior forza delle capacità espressive, la ripetizione delle scritte sui sedili antistanti il Palazzo Mergulese-Montalto.
Nel festival impunito della libera espressione e del libero arbitrio, gli scavi archeologici retrostanti i sedili fungono da raccolta rifiuti.
Un grande contenitore “d’epoca” per buttare carte, bottiglie di plastica , lattine di bibite e pacchetti vuoti di sigarette.
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