Con il deputato nazionale del Movimento 5 Stelle Filippo Scerra

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Ventisette telefoni cellulari rinvenuti e sequestrati all’interno del carcere di Siracusa dalla Polizia Penitenziaria

"I casi di ordini e minacce estorsive, via telefono, si susseguono da tempo - spiega Di Giacomo - e interessano oltre Siracusa numerosi istituti penitenziari specie quelli con detenuti a regime 41 bis"

La Polizia Penitenziaria della Casa Circondariale di Siracusa ha messo a segno un altro importante risultato contro il dilagante fenomeno dell’introduzione di telefoni cellulari all’interno degli Istituti Penitenziari: ben 27 i telefoni cellulari rinvenuti e sequestrati.

A darne notizia è una nota del S.PP. – Sindacato Polizia Penitenziaria – a firma del segretario generale Aldo Di Giacomo.

Nonostante l’innovazione tecnologica in particolare riferita ai sempre più piccoli apparecchi telefonici che favorisce questo fenomeno allarmante che permette a detenuti il possesso di telefoni cellulari, consentendo loro, dalla cella, di continuare a gestire gli affari illeciti, un’intensa attività info-investigativa messa in campo dall’ufficio di Polizia Giudiziaria ha permesso questo brillante risultato. La Casa Circondariale di Siracusa – evidenzia l’S.PP. – è in grave sofferenza di risorse umane, ma nonostante ciò il personale di Polizia Penitenziaria riesce sempre con grande sacrificio e senso dello Stato a sopperire alla mancanza d’inerzia da parte del DAP circa l’ausilio di strumentazione tecnologica per contrastare questo preoccupante fenomeno.

I casi di ordini e minacce estorsive, via telefono, si susseguono da tempo – spiega Di Giacomo – e interessano oltre Siracusa numerosi istituti penitenziari specie quelli con detenuti a regime 41 bis. Ricordiamo inoltre che solo qualche giorno fa nel carcere di Siracusa è avvenuto l’ennesima aggressione ad un agente. Auspichiamo interventi risolutivi su più fronti e in particolare – prosegue – per continuare a garantire la legalità negli Istituti Penitenziari le condizioni lavorative degni di servitori dello Stato. Non si sottovaluti che – conclude il segretario del Sindacato Penitenziari – l’effetto devastante di tutto questo è lo scoraggiamento per le vittime delle mafie a denunciare e collaborare con i magistrati mentre la lotta alla criminalità rischia una brutta battuta d’arresto”.


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