Celebrata per storia e cultura, elogiata per arte e monumenti, Siracusa non si è mai distinta di certo per spazi verdi e natura a “portata di mano”.
Un verde tanto desiderato nella nostra città che stenta a crescere dove sarebbe opportuno, a volte si sviluppa invece proprio in aree dedicate ad altro, in luoghi rappresentativi dell’importanza storico-artistica siracusana, in alcuni casi coprendo ed “ostacolando” l’imponenza dei monumenti.
La magnificenza del Duomo, del Castello Maniace, del Teatro Greco, per citare solo alcuni dei tantissimi “pezzi d’arte”, si mescola troppo spesso alla non curanza del mantenimento di siti archeologici di rilevanza internazionale, che a volte sembrano dimenticati e lasciati a se stessi.
Dopo l’intrusione di disgustosi ratti alla Fonte Aretusa, i siti archeologici di Siracusa presentano ancora degli elementi disarmonici cui andrebbe al più presto posto rimedio.
Percorrendo la storica via dell’Apollonion, nella goduria di sentirsi un tutt’uno con l’epoca greca che trasuda dai resti di una leggendaria pietra, si avverte una nota di disillusione alla vista di quelle “macchie verdi” non proprio gradevoli.
Un’erba incolta cresce rigogliosa tra le “decadute” colonne greche del Tempio di Apollo, rendendo un aspetto disordinato di quel sito turistico tanto ammirato e fotografato.
In quel di Piazza Pancali, passanti e turisti sistematicamente restano meravigliati dinanzi ai suggestivi monoliti, facendo trapelare poi una “smorfia” di disincanto per la presenza di una flora “scriteriata”.
Ci si chiede come quella vegetazione faccia a germogliare con temperature così soffocanti e senza un’adeguata opera di irrigazione.
Ma soprattutto ci si chiede che fine abbia fatto il giardiniere!
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