“Quello che si è consumato venerdì al Mimit, dove eravamo presenti, non è solo uno sgarbo istituzionale: è l’emblema di un governo che volta le spalle ai territori industriali del Mezzogiorno e a migliaia di lavoratori lasciati senza prospettive”. A parlare è il segretario Generale della Cgil di Siracusa, intervenuto a commento di “un episodio gravissimo: l’abbandono del tavolo ministeriale da parte del ministro Adolfo Urso, convocato per affrontare l’emergenza occupazionale provocata dalla chiusura della chimica di base di Eni Versalis”.
“Una crisi nazionale che per Siracusa ha il sapore del disastro annunciato – aggiunge – Il polo industriale di Siracusa, colpito al cuore dalla decisione di Eni di dismettere attività strategiche, subisce oggi anche l’umiliazione dell’assenza di risposte. A essere ignorati sono i lavoratori diretti, quelli dell’indotto, le loro famiglie, ma anche un intero territorio che da mesi chiede, invano, chiarezza sui piani di riconversione e di rilancio. Chi doveva garantire presenza, risposte e responsabilità si è dileguato. Eni, che ha incassato credibilità pubblica promettendo tutela dell’indotto, era assente. Il ministro Urso, che avrebbe dovuto guidare una transizione industriale seria, sceglie di sottrarsi al confronto alzando la voce per mascherare il vuoto di contenuti. Si fugge quando non si ha nulla da dire, non quando si hanno soluzioni da proporre. Siracusa non ha bisogno di slogan, ma di un progetto. Un piano di reindustrializzazione che tenga dentro il lavoro, l’ambiente e la giustizia sociale. Che non svenda il patrimonio produttivo nazionale alla logica della rendita finanziaria. Che metta al centro la persona e la dignità del lavoro. Noi non fuggiamo”.
La Cgil di Siracusa, con le categorie, le Rsu, le assemblee nei luoghi di lavoro e nelle piazze, continuerà a esercitare fino in fondo la sua responsabilità sindacale, assicura Alosi: “Nelle prossime ore valuteremo nuove iniziative di mobilitazione per impedire che l’emergenza sociale si trasformi in desertificazione industriale. Non si cancella con un grido, del Ministro, il diritto al lavoro. Non ci pieghiamo all’arroganza istituzionale, né al silenzio complice di chi dovrebbe governare. Continueremo a batterci per una riconversione vera – conclude – fondata sul rispetto dei territori e sul protagonismo dei lavoratori. Il futuro di Siracusa non si abbandona. Lo si costruisce. E noi saremo lì a difenderlo, centimetro dopo centimetro”.
Critiche anche da Sebastiano Zappulla, segretario provinciale Sinistra Italiana, secondo cui l’esito della riunione di ieri al Mimit non poteva che essere negativo: “Il Ministro Urso ha abbandonato i lavori dopo pochi minuti per concomitanti impegni istituzionali. L’Eni Versalis era addirittura assente. Un incontro inutile, l’ennesimo convocato dal Ministro – dice – Del resto Urso non è nuovo a convocazioni inusuali: una volta ha convocato le rappresentanze sindacali il giorno di Santa Lucia; un’altra volta ha convocato la stampa un sabato mattina, nella sede di Confindustria Siracusa, negando ai sindacati la possibilità di intervenire. Mai una volta il Ministro Urso ha inteso raggiungere le fabbriche, le portinerie e le assemblee delle lavoratrici e dei lavoratori per confrontarsi con loro. Come abbiamo più volte ribadito, la crisi della zona industriale di Siracusa viene da lontano e guarda lontano. In crisi non c’è solo la chimica, ma anche e soprattutto il modello di sviluppo industriale così come l’abbiamo conosciuto finora. Questa crisi, che definiamo di sistema, non si affronta e non si risolve a pezzettini, ma adottando un piano industriale innovativo e coraggioso, per l’intera zona industriale siracusana, fondato sulla sostenibilità ambientale, economica e occupazionale. Il Ministro Urso questa cosa non l’ha capita o non la vuole capire. Alle nostre interrogazioni parlamentari, presentate dai gruppi di Camera e Senato di Alleanza Verdi e Sinistra, il Ministro Urso non ha mai risposto. Probabilmente non sa cosa e come rispondere. Per queste ragioni noi riteniamo fondamentale e necessario riprendere la mobilitazione: “siamo pronti ad unirci, ancora una volta, alle battaglie e alle iniziative per promuovere questa vertenza.” Dobbiamo tenere insieme le crisi industriali e unire nella lotta le lavoratrici e i lavoratori siracusani. Dobbiamo costringere il governo a parlare di Sasol, Eni Versalis, GoiEnergy, IAS e crisi dell’indotto metalmeccanico, edile, elettrostrumentale e dei servizi in unico tavolo ministeriale. Dobbiamo svegliare dal letargo il governo regionale di Schifani e costringerlo ad occuparsi della vertenza,e soprattutto di Ias. E ai deputati regionali e nazionali che sostengono i governi Meloni e Schifani dobbiamo ricordare che alle loro promesse, tantissime, devono seguire i fatti, finora pochissimi”.
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