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Vicenda Cisma: “c’è qualcosa che non funziona nella Procura di Siracusa”. Ombre tra le intercettazioni della Dda. Il procuratore capo Giordano: “appena avremo il quadro chiaro, agiremo di conseguenza”

Uno dei consulenti coinvolti è stato nominato anche ctu nella vicenda delle villette della famiglia Frontino. La Regione Siciliana, infatti, potrebbe essere costretta a pagare un risarcimento record di 240 milioni di euro se il Cga ribalterà la sentenza del Tar di Catania, dando così il via libera alla realizzazione di 71 ville a schiera a Epipoli

L’operazione Le Piramidi ha portato all’arresto di 14 persone, tra carcere e domiciliari per la vicenda Cisma e il divieto di esercitare attività professionale per un anno a tre tecnici: Paolo Plescia, Sergio Faldetta e Vincenzo Naso. Ecco, come si era detto in un precedente articolo che riguardava le tangenti e le presunte minacce ricevute o subite dai dirigenti regionali, appare singolare anche la posizione dei consulenti della Procura, incaricati dal Pubblico ministero Giancarlo Longo di Siracusa in un’indagine parallela e accusati di falso in atto pubblico.

Ci sono Mauro Verace e Sergio Faldetta, infatti, nominati Ctu dal Pm Longo nell’ambito del procedimento penale sulle condizioni in cui versava il sito e l’impianto Cisma, che secondo l’impianto accusatorio della Procura catanese validato dal Gip, rilasciavano una serie di affermazioni false in merito al progetto di ampliamento, di regolarità urbanistica, sul superamento delle infrazioni riscontrate dal Noe e tacendo sulle criticità segnalate da Arpa. E c’è anche Vincenzo Naso, altro ingegnere nominato ctu dallo stesso Pm in un procedimento parallelo, tra quelli coinvolti. Prima di proseguire nel racconto, una piccola digressione su quest’ultimo nome, che a qualcuno potrebbe sembrare familiare.

La Regione Siciliana, infatti, potrebbe essere costretta a pagare un risarcimento record di 240 milioni di euro se il Consiglio di Giustizia Amministrativa ribalterà la sentenza del Tar di Catania, dando così il via libera alla realizzazione di 71 villette a schiera a Epipoli. Tredici mesi fa il Cga ha posto in decisione la questione avanzata da Am group della famiglia Frontino (gruppo Open Land-Fiera del Sud) e 240 milioni di euro è la cifra del risarcimento fissata dalla consulenza affidata proprio a Naso dopo che i Frontino avevano chiesto i danni a seguito del divieto opposto dalla Sovrintendenza in forza di un vincolo, sostenendo di avere pronti i compratori delle villette nel sultanato dell’Oman. Sulla questione interviene oggi Legambiente che per voce dell’avvocato Corrado Giuliano assicura di voler rendere noto questa situazione nelle forme di rito, considerato che i tre consulenti di parte nominati dall’associazione ambientalista avevano censurato l’operato del Ctu.

Ma torniamo a parlare di Cisma.

Sempre secondo l’impianto accusatorio della Procura catanese validata dal gip, le false attestazioni di Salvatore Salafia, il dipendente comunale di Melilli, sono state determinanti per trarre in errore il giudice amministrativo che, assieme alle due false consulenze di Naso e Verace-Faldetta, avrebbe dato ragione alla Cisma nel merito. Solo a seguito dell’impugnazione davanti al giudice amministrativo e dell’acquisizione delle consulenze disposte dal Pm di Siracusa, infatti, la Cisma otteneva l’agognata autorizzazione all’ampliamento della discarica il cui iter era stato interrotto dai funzionari dell’Arta, il dirigente Marco Lupo e del suo collaboratore Antonio Patella.

Verace era stato incaricato quale ctu dal Pm Longo a maggio del 2014, ma a novembre la Cisma chiedeva la nomina di un altro consulente per accertare lo stato della pratica “ipotizzando condotte penalmente rilevanti poste in essere dai funzionari della Regione Siciliana nell’espletamento della loro attività istruttoria”. Il magistrato siracusano, quindi, nominava il ctu Naso per accertare la correttezza dell’iter amministrativo, se la richiesta di ampliamento era già inclusa nella Via e per verificare se i funzionari dell’assessorato competente avessero posto in essere condotte illegittime, in questo caso proprio Lupo e Patella.

Quindi – scrive il gip Giuliana Sammartino – erano stati gli stessi indagati dal Pm di Siracusa a prospettare illeciti penali da parte dei funzionari che si erano opposti alla loro richiesta e a sollecitare una consulenza sul punto. Il Pm disponeva in conformità alle richieste dei suoi stessi indagati. Depositata la relazione, la Cisma ne estraeva copia e la depositava davanti al giudice amministrativo che disponeva di conseguenza”. Il ctu Naso dava quindi ragione a Cisma (successivamente smentito dal consulente della Procura etnea che ha avviato questa indagine oltre che da Arpa, Provincia e Noe) e il gip oggi considera quanto appurato dal consulente “in malafede”, trovando conferma nella risposta a quello che considera un “singolare” quesito del Pm Longo: se i funzionari regionali avessero posto in essere condotte illegittime. I diritti della Cisma – secondo Naso – non erano stati “sufficientemente riconosciuti e salvaguardati in particolare quelli della chiarezza e del rispetto dei tempi del procedimento amministrativo”.

C’è di più.

Le intercettazioni dimostrano che i Paratore e i loro collaboratori si attivarono per superare le resistenze di Patella e Lupo ricorrendo a traffici di influenze illecite, incontri con politici nazionali, minacce indirette ai funzionari, contatti con il Pm Giancarlo Longo. Sempre dalle intercettazioni le ricostruzioni vedono i legali della Cisma che, forti della sentenza del Cga e della consulenza Naso, chiedevano ai dirigenti regionali di mettersi in contatto con la Procura di Siracusa. Il magistrato Longo a un certo punto invita e riceve il funzionario comunale Patella che, parlando con il dirigente Domenico Armenio (che nel frattempo aveva sostituito Lupo all’Assessorato regioanle Territorio e Ambiente) riferisce che il Pm siracusano gli aveva riferito solo che avevano arrestato un consulente tecnico della Procura e che non era Naso e si lasciava andare a uno sconfortante: “c’è qualcosa che non funziona nella Procura di Siracusa, ho capito, perché sta cosa che il Cga si avvale del consulente della Procura è una cosa veramente strana”. Lupo si sentiva già turbato perché temeva azioni ritorsive giudiziarie, come in effetti accadeva visto che il Pm di Siracusa nominava Naso su richiesta della Cisma.

Abbiamo collaborato a questa inchiesta – commenta il procuratore Capo Francesco Paolo Giordano – ma non abbiamo ancora l’ordinanza firmata dal gip e quando la leggeremo ci determineremo di conseguenza. Appena verremo a conoscenza delle intercettazioni e di tutto quello che emerso dall’inchiesta della Dda ci determineremo e se saranno riscontrate ipotesi di falsità belle consulenze tecniche ne trarremo le dovute conseguenze”.


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