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Video. Siracusa, prima il vaffa, poi la spinta a un contestatore: l’assessore Granata perde la testa durante un’inaugurazione |Italia prende le distanze

Granata torna alla carica con maggiore veemenza: 5 passi improvvisi e una spinta che fa indietreggiare il malcapitato, preso alla sprovvista. Cade un telefono cellulare, probabilmente quello del primo cittadino, che finisce sull’asfalto e si apre in due

Doveva essere una semplice scopertura della lapide restaurata sulla facciata della casa natale di Elio Vittorini in via Vittorio Veneto. È finita invece con un acceso diverbio tra l’assessore Fabio Granata e un residente, culminata con una vigorosa spinta del componente della Giunta e il sindaco Francesco Italia costretto a fare da arbitro e dividere i contendenti. No, non è stato edificante. È stato sconfortante per i (pochi) presenti all’ennesima inaugurazione.

Il primo cittadino ha cercato di spiegare come la restaurazione della lapide fosse l’unica azione a disposizione dell’amministrazione su una casa privata, seppur di interesse storico. Anzi, di più: questa sarebbe la prima Giunta a essersene interessata. Ma al residente non è andata giù quella che ha ritenuto essere mera passerella ritenendo di essere solo una presa in giro e di aver visto di persona l’intervento effettuato sulla lapide. A quel punto Granata lo ha invitato ad andare via senza dire altro, mettendosi a tu per tu con il contestatore e mandandolo platealmente a quel paese. Il sindaco Italia ha inizialmente allontanato il suo assessore cercando di riportare la pace: “ma con chi se la fa – la replica del residente – io la stimavo fino a 10 minuti fa, ma ha visto i personaggi con cui si accompagna”.

Apriti cielo. Granata torna alla carica con maggiore veemenza: 5 passi improvvisi e una spinta che fa indietreggiare il malcapitato, preso alla sprovvista. Cade un telefono cellulare, probabilmente quello del primo cittadino, che finisce sull’asfalto e si apre in due. Il sindaco Italia ha un attimo di sconforto, evidente: prima con un “No” secco quando vede le mani dell’assessore sul contestatore, poi con le braccia lungo il corpo quando vede il telefonino per terra. Tutto in 4 secondi, 4 secondi che Italia, prodigo nelle scuse immediate, ricorderà per tutto il giorno.

Anche perché non ci sono solo una decina di spettatori, ma la nostra telecamera che riprende tutto. Un’altra residente scatta improvvisamente redarguendo l’assessore e urlandogli “ma cu sì, non ti fare vedere più”. E obiettivamente la figura è tutt’altro che istituzionale, soprattutto per il titolare di una rubrica come quella della cultura.


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