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Ad Augusta l’ultimo saluto a Peppe e Gabriel, il padre del 19enne: “Custodite la vita, è un soffio”

Le due cerimonie per i due ragazzi morti nell’incidente di venerdì notte sulla Catania-Siracusa sono state celebrate  in chiesa Madre e nella parrocchia di Santa Lucia

“La vita è bella, c’è anche un film che lo dice, i sacrifici di un padre per far capire al figlio che anche le cose brutte sono belle e, quindi, bisogna godersi e vivere tutto. Custodite la vita in maniera importante, è un soffio e ricordatevi che a casa c’è chi vi aspetta, sempre. La vita è importante,  questo sacrificio di Giuseppe e Gabriel vi deve far capire che i  macchinoni e i soldi passano, ve lo garantisco, voi siete importanti per le famiglie e per i genitori.  Dovete andare a divertirvi e a ballare e se bevete un po’ di più statevi là, coricatevi nelle macchine. Perchè a casa c’è la famiglia, perchè succedono le cavolate e trovi l’idiota di turno, perché non servono le macchine, i soldi, la bella vita. La mia non vuole essere una predica, ma è un monito a tutti: rispettate voi, la vita vostra che è un tesoro e soprattutto quella dei vostri cari”.

Così Pietro Armenio, padre di Giuseppe, ha parlato dall’altare  alla fine del funerale di suo figlio,  il diciannovenne morto nella notte di venerdì notte in un incidente stradale autonomo sulla Catania-Siracusa insieme a Gabriel Fazio, di 21 anni, mentre l’unico sopravvissuto, F.G., di 30 anni è ricoverato in ospedale, ma non in gravi condizioni. Le due cerimonie  si sono svolte in chiesa Madre per Armenio,  officiata dall’amministratore parrocchiale  don Alfio Scapellato e in chiesa di Santa Lucia,  un’ora dopo,  per Fazio  celebrato da padre Angelo Saraceno.

Entrambe le chiese erano gremitissime di persone venute a stringersi attorno ai familiari, in segno di vicinanza per il loro straziante dolore e dare l’ultimo saluto agli sfortunati giovani strappati alla vita ancora nel fiore degli anni: a Peppe  che si era appena diplomato al Ruiz e sognava di entrare nelle forze armate, a Gabriel che dopo il diploma  al Nautico e qualche esperienza da imbarcato sulle navi, avrebbe dovuto in questi giorni iniziare un nuovo lavoro.

Tantissimi i giovani con gli occhi lucidi  che, in un silenzio surreale, hanno affollato le chiese, ma questa tragedia arrivata in una calda giornata  d’agosto ha lasciato tutti senza fiato e ha scosso un’intera città dove per ieri pomeriggio era stato proclamato  il lutto cittadino dal sindaco Giuseppe Di Mare, presente  insieme al vicepresidente del Consiglio Biagio Tribulato.  Toccante, dall’altare, il ricordo commosso della zio di Peppe, il presidente della Fratres Augusta Luigi Nicosia  ha sottolineato la sensibilità del diciannovenne che, appena compiuti  18 anni, è voluto diventare donatore di sangue  per aiutare gli altri.

E alla fine  palloncini bianchi sono volati in cielo fuori dalle due parrocchie all’uscita dei due feretri, accolti da applausi e portati a spalla per un tratto di corteo in via Principe Umberto e in viale Italia dai compagni di squadra del calcetto del Megara Augusta per il diciannovenne e dagli amici più stretti  e di famiglia per il ventunenne. Le due bare si sono poi ricongiunte, per l’ultimo toccante saluto, al cimitero.


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