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Amministrative a Siracusa. Il Pd sceglie all’unanimità: libertà di voto. E riesuma il Governo ombra. Ma c’è chi storce il naso

Al momento il Partito democratico in vista del ballottaggio si trova con tre correnti che sfrutteranno le tre possibilità

Nonostante le parole del deputato regionale Tiziano Spada, che ha confermato il sostegno al sindaco uscente Francesco Italia, il Partito democratico ha fatto la propria scelta: scheda bianca. La direzione cittadina ha approvato all’unanimità un documento nonostante il parere contrario dello stesso parlamentare Ars democratico (senza diritto di voto) che ha partecipato in remoto. Nonostante l’unanimità della direzione, infatti, sono molti gli iscritti al partito che hanno espresso il proprio disappunto su questa scelta. Che dimostra, ancora una volta, un Pd forse distante dagli iscritti ma che, rispetto al passato, pare abbia ritrovato unità all’interno degli organismi direttivi.

Al momento il Partito democratico in vista del ballottaggio si trova con tre correnti che sfrutteranno le tre possibilità: astensionismo (o scheda bianca), voto a Messina (non palesato, ma ufficioso) e voto a Italia (con gli iscritti che lo hanno ufficializzato sia nelle chat interne sia pubblicamente con la posizione del deputato Spada).

Dopo il voto amministrativo del 29 maggio a Siracusa, le coalizioni che sono andate al ballottaggio, dopo gli apparentamenti, hanno subìto modifiche nel loro profilo politico (Italia con Bandiera si è spostato più sul centrodestra), confermando che il centrosinistra non è rappresentato al ballottaggio. La coalizione democratica e progressista, guidata da Renata Giunta, ha dichiarato ripetutamente di essere alternativa alla destra e in netta discontinuità con l’amministrazione uscente guidata da Francesco Italia. A oltre una settimana dal voto, dal candidato Francesco Italia non è pervenuta alcuna richiesta di confronto politico né proposte su azioni che assicurino la discontinuità rispetto al governo dei precedenti cinque anni e inoltre nessuna proposta di apparentamento tecnico è pervenuta al Partito Democratico, unica lista della coalizione che sarà presente nel Consiglio Comunale. In realtà sarebbe stato difficile da digerire per i sostenitori di Italia apparentarsi con chi ha basato una campagna elettorale contro il sindaco uscente, prediligendo l’attacco al primo cittadino invece di concentrarsi sulla coalizione di Messina.

“Non avendo ricevuto alcuna proposta di confronto programmatico – si legge nel documento – non riteniamo possa assumere significato e senso politico una qualunque indicazione di voto, basata esclusivamente sulle caratteristiche delle persone o sul profilo politico, peraltro evidente, delle due coalizioni rivisitate di destra-centro e di centro-destra, al ballottaggio. L’apparentamento del sindaco uscente con pezzi significativi del centro destra ha di molto depotenziato la contrapposizione politica contro il candidato della coalizione avversaria che esprime formalmente e sostanzialmente i valori della destra conservatrice”.

Il Partito Democratico, prima di riunire il proprio organismo nella Direzione cittadina, ha voluto avviare un confronto con due assemblee cittadine aperte estese ai candidati e ai militanti per illustrare il quadro politico e fornire ogni informazione sulla sua evoluzione. Al tempo stesso, il Partito democratico cittadino ha tenuto un costante confronto con la Coalizione democratica e progressista che, nel suo insieme, condivide l’analisi del quadro politico. E infatti in questi giorni si sono succedute riunioni su riunioni tra Lealtà&Condivisione, Movimento 5 Stelle e Pd. Tutti concordi sulla stessa linea: libertà di scelta (“la proposta che complessivamente ritengono meno lontana, più utile o meno rischiosa per il futuro governo della città di Siracusa”) inclusa la scheda bianca.

“Non è alle forze politiche escluse dalle coalizioni che vanno al ballottaggio a Siracusa, a maggior ragione quando totalmente ignorate sotto il profilo del confronto politico, che vanno imputate responsabilità politiche di qualunque tipo circa gli esiti del voto, al di là della propaganda elettorale – si legge ancora nel documento – Proprio la legge elettorale prevede, al suo interno, numerosi e specifici strumenti, con le relative tempistiche, per definire e consolidare rapporti politici trasparenti e pubblici e impegni programmatici verificabili. Le responsabilità circa l’attuale quadro politico, e i suoi esiti, sono da ricondurre esclusivamente a quelle forze politiche che, del tutto legittimamente, non hanno ritenuto di attivare quegli stessi strumenti nei confronti della coalizione democratica e progressista per avviare una prospettiva nuova di governo della città”. Ma ancora una volta, i dissidenti del Pd lamentano proprio la scelta di essere tanto intransigenti nei confronti del sindaco uscente, così tanto da aver invelenito ancora di più i rapporti con la controparte indisposta agli apparentamenti nonostante le aperture dello stesso Italia. E anche la posizione cerchiobottista del commissario provinciale Antonio Nicita ha creato qualche malumore (“la collocazione politica del Partito Democratico, in linea con quella regionale e nazionale, è sempre di chiara alternativa alla destra”… ma che vuol dire?)

Il Partito Democratico in ogni caso sarà presente con tre propri eletti – Massimo Milazzo; Sara Zappulla; Angelo Greco – e riesuma il Governo ombra con specifiche deleghe, a partire dalla Giunta designata. Forse memore del passato con il Pci di Achille Occhetto nel 1989 (contro De Mita) e il Pd di Veltroni nel 2008 (contro Berlusconi), chiedendo a Renata Giunta (il quale ruolo dovrebbe essere chiarito, se di leader politico o altro) di voler organizzare una conferenza stampa della coalizione per illustrarne la posizione ai cittadini e alle cittadine. E in questa fluidità politica del Pd, ma non solo, domenica e lunedì si vota. E da lunedì il Partito democratico sarà in opposizione. Comunque vada.


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