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Ciclismo, Pierpaolo Ficara si racconta: “Che emozione la maglia azzurra”

Il suo è stato un 2023 molto intenso, con una ciliegina sulla torta: la vittoria dell'Etna Marathon, la gara più difficile del circuito Mountain Bike

Sulle due ruote sin da piccolo, fino ad arrivare alla maglia azzurra indossata agli Europei ed ai Mondiali di gravel, nuovo settore del ciclismo su strada.

Si è raccontato ai microfoni di Siracusa News Pierpaolo Ficara, ciclista nato a Siracusa e cresciuto a Canicattini, il quale ha portato con sé anche la maglia azzurra appena indossata durante i Mondiali in Veneto. Il suo è stato un 2023 molto intenso, con una ciliegina sulla torta: la vittoria dell’Etna Marathon, la gara più difficile del circuito Mountain Bike.

“Sono tutte esperienze che aiutano a crescere, come uomo e come atleta – ha raccontato ai microfoni con Giulio Perotti e Ottavio Gintoli -. Sono stato un po’ sfortunato, perché sia al Mondiale sia all’Europeo ho dovuto fare i conti con una caduta. Peccato, potevo giocarmi le mie possibilità, vuol dire che ci riproverò. Come è successo con l’Etna Marathon (qui il discorso scivola, anzi ritorna sulla mountain bike) nel 2016, la mia primissima volta, non era andata proprio bene, nel 2021, seconda partecipazione, mi sono confrontato con i più forti bikers, stavolta è arrivata una bella vittoria”. 

E anche difficile, considerando gli oltre 3mila metri di dislivello. Due ruote, sì, ma anche qualche differenza tra Mountain Bike e Gravel. E ce lo ha spiegato lui stesso: “Il Gravel è a metà tra ciclismo su strada e mountain bike, le ruote sono praticamente da mtb, il manubrio tipo bici da corsa su strada, seppur con distanze e accorgimenti diversi”. 

“Il movimento – aggiunge ancora – è in crescita ma si può e si deve fare di più, in Italia abbiamo un problema con le strutture anche se noi qui possiamo puntare su quello di Noto. Il ciclismo in generale è uno sport di sacrificio e sofferenza, gli allenamenti rivestano un ruolo fondamentale: allenarsi bene, io arrivo a percorrere anche 20mila chilometri in un anno, è fondamentale per approcciare al meglio qualsiasi gara, poi certo è diverso correre su strada o sulle pietre. Servono esperienza e forza”.

 

 

 


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