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Fermati gli autori dell’omicidio di Portopalo di Capo Passero: tre ventenni ripresi dalle telecamere di videosorveglianza

Alle prime ore del mattino, a seguito di attività investigativa complessa coordinata dalla Procura della Repubblica al Tribunale di Siracusa e svolta dagli agenti di Polizia del Commissariato di Pachino, venivano sottoposti a fermo di indiziato di delitto tre giovani, tutti con precedenti di Polizia, per il reato di concorso in omicidio premeditato nei riguardi di Paolo Forestieri (Noto classe 1990), concorso in tentato omicidio nei confronti della madre e detenzione e porto illegale di fucile (Leggi qui).

Si tratta di Luca Matarazzo, nato ad Avola il 15 giugno del 1992 e residente a Pachino (con la recidiva reiterata infraquinquennale), Fabrizio Dipasquale, nato a modica l’11 luglio 1991 e residente a Pachino e Enrico Dimaiuta, nato ad Avola il 15 aprile 1992 e residente a Pachino. Si giunge così a un’autorevole risposta, epilogo di un’attività frenetica e costante, senza soluzione di continuità, espletata dalla Polizia di Stato in stretto rapporto con la Procura di Siracusa nella persona del sostituto procuratore Grillo. I fermi sono relativi all’episodio cruento e delittuoso verificatosi il 28 marzo a Portopalo.

Alle 23 circa del 28 marzo, a seguito di segnalazione telefonica pervenuta alla sala Cot del commissariato, un equipaggio volante si recava a Portopalo di Capo Passero al ristorante la Taverna dei due Mari per esplosioni di colpi di arma da fuoco. Gli agenti, giunti tempestivamente in loco, accertavano che i colpi sparati avevano colpito un soggetto, noto in ambito malavitoso per via dei suoi precedenti in materia di stupefacenti: Paolo Forestieri. Trasportato d’urgenza con un’ambulanza al nosocomio di Avola, il giovane spirava lungo il tragitto. Dalle prime informazioni acquisite sul posto dagli operatori di Polizia, si appurava che Forestieri in serata, verso le 22,40 circa, si era recato a bordo di una Fiat Punto di colore bianco, guidata dalla madre, nel locale in cui era in atto un concerto neomelodico e la festa di compleanno della convivente non ancora presente.

Sceso dall’auto, in corrispondenza dell’ingresso del locale, veniva all’improvviso colpito con arma da fuoco da ignoti che si dileguavano, a bordo di un’autovettura, facendo perdere le loro tracce. La madre del giovane, rimasta in auto, uditi gli spari accorreva in suo soccorso constatandone lo stato agonizzante. La stessa, colpita di striscio da schegge di vetro, colta da malore veniva trasportata all’ospedale di Noto per le cure del caso ma dimessa subito dopo. Alle 23,50, veniva avvisato dell’omicidio il Pm di turno, Grillo che si recava immediatamente in loco per appurare la dinamica dei fatti.

La Scientifica procedeva ai rilievi tecnici del caso, verificando il tipo di arma adoperata per il delitto ovvero un fucile, ponendo in sequestro due borre in plastica rinvenute all’interno dell’auto, un bossolo frammenti di piombo deformati. Gli spari, mandavano in frantumi il vetro anteriore e posteriore lato guida della Punto nonché il vetro anteriore lato passeggero e sportello posteriore sinistra. L’auto veniva opportunamente sequestrata, il medico legale verificava il colpo mortale inflitto a Forestieri all’altezza della regione lombare sinistra. In considerazione della gravità dei fatti delittuosi commessi, venivano da subito adottate tutte le iniziative necessarie a minimizzare le conseguenze di dette azioni ed evitare che le stesse giungessero a esiti infausti.

In particolare, venivano espletate perquisizione mirate alla ricerca di armi in corrispondenza dei luoghi più sensibili per la criminalità locale ed acquisite immagini tratte dagli impianti di video sorveglianza presenti in alcuni punti del tratto interessato dalla visione dei quali emergevano dettagli preziosi per risalire alla individuazione dei tre malviventi. L’evoluzione investigativa, conduceva, di lì a poco, gli operatori di polizia ad importanti attività di assicurazione della prova procedendo in particolare al sequestro dell’auto utilizzata per compiere il delitto ovvero una toyota Yaris.

Messi alle strette, dinanzi alle evidenze palesate ai loro occhi, i tre si arrendevano confessando l’accaduto. Alla presenza del sostituto procuratore Grillo, nonché del personale di Polizia di Pachino e dell’Avvocato delle parti, venivano ripercorsi tutti gli eventi di quella serata fino al tragico epilogo. Alla base del gesto, l’astio tra gruppi rivali e la contesa del monopolio dell’attività criminosa sul territorio pachinese. Sono ancora in corso ulteriori indagini al fine di riscontrare aspetti d’interesse ed acquisire ulteriori elementi di prova.


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