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Guerra in Ucraina, sanzioni in arrivo per la Russia e Lukoil perde il 26% in borsa: ripercussioni anche a Siracusa?

Lukoil in poche ore ha perso il 26% mentre la presidente della Commissione Ursula von der Leyen ha annunciato: "congeleremo le attività russe nell'Unione europea e fermeremo l'accesso delle banche russe ai mercati finanziari europei"

La guerra in Ucraina e la crisi Russa potrebbero avere ripercussioni anche per la provincia di Siracusa. Non tanto – si spera – dal punto di vista militare, ma certamente sul versante economico.

L’Unione europea ha già assunto azioni coordinate contro il fornitore di gas russo Gazprom, il suo braccio petrolifero Gazpromneft e i produttori di petrolio Lukoil, Rosneft e Surgutneftegaz potrebbero essere colpiti da restrizioni sulle esportazioni e le importazioni. Come previsto, inoltre, la borsa di Mosca è la più colpita dopo la decisione di Vladimir Putin di invadere l’Ucraina, un vero e proprio atto di guerra che porterà a nuove sanzioni dell’Occidente verso il paese. Soprattutto dopo l’annuncio da parte della presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, di “sanzioni massicce e mirate” che “avranno un impatto molto pesante sull’economia russa”.

Si sgretolano le quotazioni dei grandi gruppi quotati russi, in gran parte a partecipazione statale. Lukoil in poche ore ha perso il 26% mentre la presidente della Commissione ha annunciato che si arriverà a “un pacchetto di sanzioni massicce” che punterà “ai settori strategici dell’economia russa, bloccando l’accesso alle tecnologie e ai mercati che sono fondamentali per la Russia. Indeboliremo la base economica della Russia e la sua capacità di modernizzazione. Inoltre, congeleremo le attività russe nell’Unione europea e fermeremo l’accesso delle banche russe ai mercati finanziari europei”.

Ecco, il congelamento delle attività russe potrebbe avere delle ripercussioni anche sul versante priolese. È bene ricordare infatti che il Petrolchimico – decine di aziende, fra cui alcune multinazionali, 7.500 occupati fra diretto e indotto – rappresenta il 37,5% dell’export regionale, pesando per 12 miliardi di fatturato sul Pil della Sicilia. E il pugno duro dell’Ue potrebbe far male, alla Russia e anche a noi.


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