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Il Consiglio comunale di Solarino è ufficialmente decaduto: nominato il commissario

Il dirigente regionale Pio Guida è il commissario straordinario in sostituzione del civico consesso fino alla fine del mandato del sindaco

Il Consiglio comunale di Solarino è ufficialmente decaduto e la Regione ha nominato il dirigente regionale Pio Guida quale commissario straordinario in sostituzione del civico consesso fino alla fine del mandato del sindaco, eletto nel 2022. Il commissario quindi sarà in carica fino a giugno 2027, a meno che il sindaco Peppe Germano – che a questo punto non ha più un’opposizione politica attiva – non decida di dimettersi.

Pochi giorni prima di Natale sei consiglieri comunali (Rosa Bazzano, Lia Rosalia Bellafiore, Silvana Cassia, Nello Mortellaro, Francesca Oliva e Lia Valenti) tutti vicini all’attuale amministrazione hanno rassegnato le dimissioni. Si era arrivati a uno stallo politico amministrativo causato dal perfetto equilibrio delle forze in aula consiliare (sei consiglieri di maggioranza e sei di opposizione) che hanno convinto il sindaco a una scelta drastica come questa.

La Regione, con il decreto firmato dal presidente Renato Schifani, ha rilevato che le dimissioni della “maggioranza assoluta” dei componenti hanno determinato la riduzione della composizione del Consiglio comunale in misura tale da non consentire il raggiungimento del numero legale minimo per la funzionalità dell’organo.

Ed è proprio questo a essere contestato dall’opposizione: per legge la cessazione del Consiglio comunale avviene per dimissioni contestuali “della maggioranza assoluta dei componenti” e si parla di maggioranza assoluta quando si raggiunge un “quorum funzionale fissato in più della metà degli aventi diritto al voto”. Sei su 12 non è più della metà, ma il 50% esatto.

In realtà, però, un parere del Cga del 1998 chiarisce la questione ricordando le disposizioni del decreto 6 del 1955: “un consiglio, per esempio, di venti componenti, si scioglie quando abbia perduto dieci consiglieri, perché non è più in grado di adottare le decisioni che richiedono, il quorum funzionale della maggioranza assoluta (undici)” e quindi “il Consiglio non è più numericamente in grado di esprimere la maggioranza assoluta, essendo questa la condizione sufficiente per lo scioglimento dell’organo”.


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