Alla fine ce l’ha fatta lui, Enzo Incontro, ad uscire vittorioso dalla prestigiosa vetrina della cinematografia siciliana conclusasi ieri notte in Florida. Una ribalta internazionale per il lentinese Incontro che, da grande appassionato del mare è anche direttore dell’Area Marina Protetta del Plemmirio. Il trionfo a Miami è arrivato nella sezione documentari, “Il mare di Joe. Dalla Sicilia all’Alaska” è il primo episodio di una trilogia per raccontare le più affascinanti vicende di italiani emigrati in America e Australia.
Cinque anni di ricerche tra gli archivi dei comuni e intervistando gli anziani dei paesi, oltre due mesi di riprese, quattro mesi di montaggio e più di diecimila chilometri percorsi in un lunghissimo viaggio che da Marettimo, isola siciliana delle Egadi, porta fino alle acque gelide dell’Alaska. Questo l’intenso lavoro premiato, infine, ieri notte nella V edizione del “Sicilian Film Festival” di Miami, in Florida. Il docu-film “Il mare di Joe. Dalla Sicilia all’Alaska” ha conquistato il primo premio nella sezione documentari della consolidata rassegna che promuove oltreoceano la cultura ed il cinema siciliano, in ex equo con l’opera argentina “Matar es mi destino” di Giovanna Massa.
“La soddisfazione incomparabile è nella vittoria di un festival internazionale d’oltreoceano – ha dichiarato Enzo Incontro, ideatore e creatore de “Il mare di Joe” – Una storia di siciliani, la nostra storia, fatta di emigrazione e sofferenza può finalmente fare il giro del mondo, raccontata e vista con occhi diversi: un’espressione di grande dignità umana, un’immagine di siciliani veramente leggendari”.
Il docu-film, partendo dalla vita di Joe Bonanno, marettimano emigrato da quasi mezzo secolo in California a Monterey, racconta la storia e la cultura di una popolazione isolana, quella di Marettimo, la più lontana delle Isole Egadi, resa famosa proprio dai suoi pescatori di salmone spintisi fino alle insidiose acque dell’Alaska. Nel secolo scorso infatti, per quanto l’amassero profondamente, almeno un migliaio di marettimani hanno lasciato la loro isola per emigrare oltreoceano in cerca di una sopravvivenza meno ardua, dando origine al mito dei “top fishermen”, pescatori di straordinaria resistenza e abilità che trovarono la loro fortuna nella pesca del salmone in Alaska.
L’idea di un progetto così complesso, sostenuto da Gaetano Calà, Direttore ANFE Sicilia (Associazione Nazionale Famiglie Emigranti), nasce da Enzo Incontro, direttore dell’Area Marina Protetta del Plemmirio, oltre che consulente subacqueo RAI e autore di numerosi documentari subacquei, che ha curato la produzione de “Il mare di Joe” in collaborazione con la Ethnos film di Bologna e avvalendosi inoltre della professionalità di Marco Mensa, co-regista e direttore della fotografia, e di Guido De Gaetano che ha realizzato la straordinaria colonna sonora, insieme al gruppo siciliano Sun. Incontro, infatti, affascinato dalla storia di una numerosa comunità di pescatori marettimani stabiliti a San Francisco ed a Monterey (California) e divenuti leggendari per i loro viaggi di 40 giorni in piccole barche a vela verso le coste dell’Alaska per la pesca al salmone, decide di farne un film. Anzi più di un film, un articolato progetto di tre documentari per altrettante storie sui nostri connazionali emigrati in America e anche in Australia.
Ed è proprio il primo episodio della trilogia ad aver conquistato la palma di vincitore nella sezione documentari al “Sicilian Film Festival” di Miami, in ex equo con l’opera argentina di Giovanna Massa, “Matar es mi destino”. Giunta alla V edizione, tenutasi dal 16 al 21 aprile alla Miami Beach Cinematheque (www.mbcinema.com), la kermesse cinematografica nasce grazie al contributo dell’Assessorato Regionale Turismo, Sport e Spettacolo della Regione Sicilia, di istituzioni come la Filmoteca Regionale Siciliana e la Barry University di Miami, di media come MiamiSunPost, Classical South Florida Radio, The Beach Channel TV e di privati come Coco Blaffer. Un evento eccezionale che promuove ogni anno negli Stati Uniti d’America la cultura e il cinema dell’isola italiana, rendendo omaggio ai siciliani o agli oriundi siciliani che hanno fatto parte della storia del cinema mondiale.
Le riprese de “Il mare di Joe” sono iniziate proprio dall’isola di Marettimo, Trapani (anticamente chiamata “HIERA”) e sono proseguite sulle antiche rotte dei leggendari pescatori di salmone in Alaska, passando per Monterey in California. Dai primi pionieri ai protagonisti dei giorni nostri l’avventura non si è mai interrotta, come per Joe Bonanno, personaggio principale della storia, emigrato da quasi cinquant’ anni a Monterey, mezzo secolo di duro lavoro in mare sulle spalle, prima come pescatore di sardine, calamari e aringhe in California e naturalmente, di salmoni in Alaska.
Il docu-film realizzato dalla troupe siciliana ha ripercorso tutti i luoghi storici legati ai marettimani trapiantati a Monterey, ha vissuto con loro per condividere e documentare le loro attività di pesca, fino ad arrivare in Alaska per la stagione della pesca ai salmoni. Qui immersi in scenari certamente unici nell’ultima selvaggia frontiera americana, in un mare impetuoso e carico di insidie, gli operatori della Ethnos Film hanno filmato le frenetiche attività di pesca del salmone, e tutta la filiera legata a tale attività su cui ruota l’intera economia della fredda regione americana.
© Riproduzione riservata - Termini e Condizioni
Stampa Articolo
© Riproduzione riservata - Termini e Condizioni