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“Incendi di Stagione” a chi tornano utili?

Papiri e canneti in fiamme alla Riserva Ciane/Saline un attento lettore segnala:

“Pochi giorni or sono, dalle colonne on line di siracusanews.it, in merito alla impunita recidività del proliferae di incendi uno dopo l’altro in zona limitrofa alla R.N.O. Ciane – Saline, nella fattispecie in un’area circoscritta compresa tra il canale Mammaiabica, il Fontana Mortilla ed il fiume Ciane con la sua riserva, avevo, ahimè, funestamente scommesso che quello non sarebbe stato l’ultimo: purtroppo, non mi sbagliavo ! (

http://www.siracusanews.it/node/16891 e http://www.siracusanews.it/node/16794)

 Oggi, in rdine cronologico, credo di aver contato almeno sei tentativi, a partire da Luglio, in una fetta di territorio relativamente estesa ma pur sempre limitata e controllabile.

L’altro ieri 5 agosto, alle ore 10, ecco ben visibile nell’aria, a notevole distanza (io l’ho avvistata dalla Penisola della Maddalena), la solita, familiare ormai, nefasta colonna di fumo, proveniente dalla zona di Contada Renaura. L’intensità, il protrarsi e l’estensione del fumo, insieme alla forza e alla direzione del vento, facevano presagire il peggio.

Ecco pure la rituale sequela delle immediate telefonate indirizzate ai VV.F., Corpo Forestale, pattuglia addetta alla Vigilanza Riserva della Polizia Provinciale ed eccolo lì, il primattore, il fuoco che, stavolta, ha certamente soddisfatto le perverse e criminali intenzioni del miserevole incendiario, a mio parere sempre lo stesso e, a tal punto, non così difficilmente rintracciabile e identificabile e, magari, anche perseguibile.

L’incendio si è protratto per oltre tre ore, nonostante il pronto e massiccio intervento da terra delle squadre dei VV.F., del Corpo Forestale, della Protezione Civile, della Polizia Provinciale.

Evidentemente, però, occorreva anche un intervento dall’aria, visto che le fiamme in certi momenti ed in alcune aree non erano fronteggiabili con alcun mezzo da terra.

Come in un giro di giostra, questa volta è toccato subire le distruttive lingue di fuco alla riserva naturale del Fiume Ciane, della quale è stata coinvolta prima la zona “B” e poi la zona “A”, rispettivamente di pre-riserva e di riserva. Sono andati in fumo canneti, vegetazione tipica igrofila, papiri, non risparmiando e distruggendo parzialmente, per una buona metà, la parte lignea del terzo ponticello cinese, a circa 1500 metri dalla fonte.

Oggi, grazie a chi sceglie i metodi spicci ed illegali per ripulire le terre, estensioni tra l’altro non tutte utilizzabili a fini agricoli o pastorali, abbiamo una buona fetta in meno di riserva del Ciane da ofrire ai turisti ed ai visitatori in genere e non abbiamo più un bel tracciato di trail running (corsa a piedi su fondo naturale) percorribile fino a ieri, seppur con qualche difficoltà, dalla Fonte al ponticello di pietra di C.da Mezzanotte, che da oggi resta solo un bel ricordo.

Infatti, i papiri ed i canneti bruciati si sono abbattuti in massa sul già stretto sentiero, ostruendone assolutamente il transito pedonale. Ma figurarsi, chi se ne frega di trail running, di silenzi, di passeggiate, di osservazioni naturalistiche, di dolce stormir di frassini, di un’atmosfera magica sospesa tra limpide acque e paesaggi bucolici: qualche buon intenditore, o qualche pazzo o solo qualche rom…!

Stavolta, l’incendiario che vuol liberare dalla vegetazione certe terre, probabilmente per interessi ormai non così difficilmente riscontrabili, si è impunemente e prepotentemente spinto al coinvolgimento ed alla parziale distruzione di un’area protetta, che lo è però sulla carta, sui depliants, nelle mappe, nelle dichiarazioni dei burocrati o dei politici di turno addetti al settore, piuttosto che nei fatti.

Non voglio esser provocatorio né polemico, ma sono certo che, stando così le cose, per altri due mesi pieni vedremo quell’area ridursi completamente in cenere se non vi sarà la netta volontà da parte di chi istituzionalmente preposto a voler indirizzare le proprie attenzioni verso chi si muove su quelle terre, spavaldamente, col fiammifero in mano ed alla luce del sole, certo di farla franca.

Tanto, chi ci passa da lì, solo lui, appartenente alla vil razza dannata dei piromani, o al massimo qualche cacciatore o bracconiere oppure, eccezione nel panorama criminale, qualche romantico podista, qualche solitario camminatore a cui piace ascoltare la musica del silenzio e far godere l’occhio di uno scenario che mai stanca, magari l’ultimo dei bohémiens !

Il gioco è vicendevolmente da ragazzi: sia da parte di chi, quasi quotidianamente, decida di sbarazzarsi di una porzione di territorio, riducendola in cenere sia da parte di chi, invertendo la rotta, manifestasse la volontà di voler rendergli la vita difficile una volta per tutte !

Stando coi piedi per terra e attenendomi alla spiacevole realtà, devo dire: occhi puntati a Ovest – Sud Ovest sul Porto Grande, lo spettacolo continua, il prossimo incendio tra Renaura, Mammaiabica, Mezzabotte e Ciane è di là da venire. Come mi piacerebbe esser smentito ! “” Lettera firmata


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