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L’Ugl sulla vicenda Isab- Lukoil di Priolo: “deroga all’embargo del petrolio russo per scongiurare catastrofe occupazionale”

Per l'Ugl, quindi, il governo nazionale dovrebbe chiedere, senza indugi, in sede europea una deroga temporanea all’acquisto del petrolio russo da parte di Lukoil, come già fatto da altri stati, per poter avere un margine temporale maggiore nella ricerca di soluzioni strutturali

Chiediamo la deroga all’embargo del petrolio russo per scongiurare la catastrofe occupazionale dopo il 5 dicembre”. A dichiararlo Antonio Galioto, Segretario territoriale dell’Ugl di Siracusa e Peppino Furci, Segretario della Federazione Chimici aretusea. “La crisi post pandemica acuita dagli effetti della guerra russo-ucraina hanno amplificato l’emergenza occupazionale nell’area industriale siracusana e la scadenza del 5 dicembre, che farà scattare l’embargo al petrolio russo, si avvicina sempre di più – proseguono i sindacalisti – e per scongiurare il blocco dell’attività produttiva dello stabilimento Isab-Lukoil dei Priolo serve un intervento immediato del governo Meloni per trovare soluzioni utili ad evitare la catastrofe occupazionale”.

Per l’Ugl, quindi, il governo nazionale dovrebbe chiedere, senza indugi, in sede europea una deroga temporanea all’acquisto del petrolio russo da parte di Lukoil, come già fatto da altri stati, per poter avere un margine temporale maggiore nella ricerca di soluzioni strutturali, “perché Lukoil – aggiungono Galioto e Furci – è inserita in un contesto industriale integrato, dove lo stop alla produzione provocherebbe delle reazione indesiderate alle altre attività produttive presenti sul territorio, già fortemente provate dagli aumenti dei costi energetici, determinando un effetto domino catastrofico per i livelli occupazionali anche dell’indotto, nel complesso circa 10 mila addetti”.

Vista la reticenza da parte delle banche, tra l’altro nemmeno presenti all’ultimo tavolo ministeriale, per il sindacato lo Stato dovrebbe imporre alle stesse la concessione di una linea di credito a Lukoil, azienda non interessata dal regime sanzionatorio, che le permetta di potersi approvvigionare sul mercato internazionale del greggio non russo. “E dispiace che il sistema bancario – proseguono – abbia assunto tale rigidità visti i tanti aiuti di stato che le stesse banche, nel tempo, hanno ricevuto negli anni”.

Toccata dal sindacato anche la vicenda che tiene sulle spine tutta l’area industriale. “Sulla questione Ias ci sarebbe poco da dire, visto che in passato sono stati stanziati milioni di euro per i lavori di manutenzione ed ammodernamento per il rispetto delle norme ambientali – chiariscono Galioto e Furci – e non si capisce come mai ci si ritrova oggi in questa condizione stallo, anche perché tutte le aziende del petrolchimico sono sottoposte a certificazioni AIA rilasciate da enti preposti” .

Ed ecco l’affondo dei sindacalisti: “Non possono pagare i lavoratori sbagli e negligenze di chi è chiamato a gestire processi produttivi, ancor di più se di una società sottoposta al controllo della Regione Siciliana. Questo non si può accettare, visto che l’ipotetica chiusura dell’Ias provocherebbe un terremoto per tutta la provincia siracusana e la richiesta sarebbe quella di una proroga alle attività lavorative, finalizzata alla messa a norma in tempi brevissimi degli impianti di depurazione. Richiesta sostenuta dal primario interesse a garantire la salute e sicurezza della popolazione siracusana e la tutela dei posti di lavoro”.

Le due problematiche Lukoil – Ias – concludono –devono avere la massima attenzione e tempestività di risoluzione perché altrimenti si metterà a rischio l’economia di un’intera provincia”.


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