I giudici della Corte di Cassazione hanno condannato all’ergastolo, in via definitivia i lentinesi Raffaele Randone e Alfio Sambasile, entrambi ritenuti gli autori dell’omicidio di Sebastiano Garrasi, avvenuto il 30 aprile 2002 nelle campagne di Carlentini.
Secondo la tesi della Dda di Catania, dietro il delitto ci sarebbe un regolamento di conti all’interno del clan Nardo di Lentini.
La vittima avrebbe voluto staccarsi dalla cosca ed avrebbe pagato con la vita questa scelta. Determinanti sono state le dichiarazioni di un collaboratore di giustizia che ha ricostruito l’agguato a cui avrebbero fatto parte i due imputati. In primo grado, Sambasile e Randone furono assolti dal Tribunale di Siracusa ma i giudici d’Appello, nel corso del dibattimento, hanno accolto la richiesta del pm che aveva sollecitato una nuova perizia legale. La consulenza tecnica ha permesso di ribaltare il giudizio.
La Cassazione ha confermato la sentenza di secondo grado che aveva ribaltato il verdetto di assoluzione con cui si era espressa la corte d’assise di Siracusa (presidente Tiziana Carrubba, a latere Alfredo Spitaleri),
Alfio Ruggeri, ex componente del clan Nardo, ha spiegato in una delle udienze del processo i dettagli dell’omicidio Garrasi, dichiarando che insieme con Sambasile e Randone, quella sera attirarono la vittima in una trappola. Secondo Ruggeri, ad aggredire per primo la vittima con un coltello primo fu Randone. Successivamente, Sambasile, finì Garrasi con due colpi di pistola.
Al processo a carico dei due imputati si sono costituiti parte civile i familiari e altri parenti di Sebastiano Garrasi, assistiti dagli avvocati Dario Favara, Michele Lazzara, Mirco Strano, Michelangelo Carleo, Daniela Bandiera.
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