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Pallanuoto, l’Ortigia vince sul campo, ma la finale (a tavolino) è del Telimar

L'Ortigia è scesa in acqua, malgrado una parte dei tifosi chiedeva di rinunciare per protesta

C’è una sola vincitrice sul campo ed è l’Ortigia. In finale, però, d’ufficio, per volontà della LEN, ci va il Telimar. Oggi si è giocata l’unica partita di queste semifinali. Si è giocata in acqua. Fuori dalle stanze nelle quali, all’andata, è stato stabilito il 10-0 a tavolino contro l’Ortigia decimata dal Covid e dalla quarantena, fuori dai comunicati stampa con i quali, qualcuno esultava per una vittoria decisa d’ufficio, molto prima che venisse ufficializzata (e mai comunicata all’Ortigia). Alla fine, il campo ha dato il solo verdetto che conta nello sport e oggi parla di una vittoria biancoverde, al termine di un match bello e combattuto. In costante equilibrio, fino a quando, a 42 secondi dal termine, Klikovac ha trovato il tocco vincente del 7-6, mantenuto poi tenacemente fino alla fine, grazie a una difesa e a un Tempesti bravissimi ad annullare anche l’ultimo uomo in più degli ospiti (in totale ne hanno annullati ben 12 su 14) e a far esultare il pubblico della “Caldarella”.

Un pomeriggio di pallanuoto, un’Ortigia esemplare, scesa in acqua nonostante tutto, per di più priva di capitan Napolitano, fermato dalla pubalgia. Gli uomini di Piccardo non hanno mai mollato, si sono sacrificati anche in ruoli diversi per dare il cambio a Klikovac, hanno tenuto i nervi saldi e poi hanno piazzato la zampata vincente. L’Ortigia saluta l’Euro Cup, con l’amara curiosità di essere stata eliminata pur avendo vinto la sola partita di semifinale disputata sul campo, nel silenzio di una LEN avara di spiegazioni logiche.

A fine gara Stefano Piccardo, allenatore dell’Ortigia, non nasconde il rammarico e chiama in causa la LEN: “È stata una buona partita di pallanuoto. I primi tempi abbiamo giocato male in fase offensiva, ma era troppo caricata, questa partita. Abbiamo retto bene sotto il punto di vista fisico, sono contentissimo della risposta della squadra. Ora mi piacerebbe chiedere a tutti quelli che fanno sport come me, come mai io perdo una gara nella fase a gironi, una sola gara su dieci in tutta la competizione e non vado in finale. Vorrei che qualcuno mi desse una spiegazione. Ho perso una partita col Vasas nella fase a gironi, poi perdo 10 a 0 a tavolino, vinco 7 a 6 in casa, sul campo, e mi dicono che è finita. Mi rivolgo anche ai miei colleghi, ai presidenti: il giorno in cui vi troverete nella stessa situazione, che farete? Perché se le regole sono uguali per tutti, probabilmente potrà succedere. Questa non è una cosa che dà merito allo sport, credetemi. Non ci hanno neanche dato una spiegazione”.

L’Ortigia è scesa in acqua, malgrado una parte dei tifosi chiedeva di rinunciare per protesta: “Io – afferma il coach biancoverde – quello che devo fare con i ragazzi è cercare di giocare il meglio possibile. Oggi è andata bene, abbiamo vinto. Potevamo anche perdere, non sarebbe stato un problema. Purtroppo la vittoria a volte fa perdere di vista l’onore. Ma quale onore è più bello di giocare una partita e vincerla sul campo? O perderla? Poi, certo, si sta male, ma dovrebbe sempre parlare il campo. Abbiamo una squadra di giovani nei quali cerchiamo di inculcare i valori dello sport, anche se è difficilissimo di fronte a tutto questo”.

A fine match parla anche Stefano Tempesti, protagonista di un’altra prestazione maiuscola: “Il presidente del Telimar, Giliberti, dice che nessuno ha mai chiesto un rinvio, nessuno ha mai chiesto niente. Io ho la mia opinione. Non so dove sta la verità, non sono riuscito a capirlo, anche perché non riesco ad avere tutti gli interlocutori, i protagonisti della vicenda, tutti insieme, quindi uno racconta una cosa, uno ne racconta un’altra, uno un’altra ancora. Indubbiamente ci sono state delle grosse vergogne da parte di gestisce la pallanuoto, da parte di chi poteva fare qualcosa di più. Sicuramente, se fosse successo a noi il contrario, le cose sarebbero andate diversamente. Ad ogni modo, in questa semifinale ad aver perso è la pallanuoto. Qualcuno ci ha chiesto di contravvenire a una legge nazionale, andando contro quello che ci aveva detto l’ASP, di presentarci a Palermo malati. Non so cosa avremmo dovuto fare, ritengo sia una vergogna che siamo qui a parlare di un 10 a 0. Quando ne parlo con la gente si mettono a ridere, gli altri sport ci ridono dietro, perché siamo gli unici che continuano ancora a cadere in queste trappole. La pallanuoto non migliorerà mai. Alla fine chi è stato fregato siamo noi, la mia squadra, il presidente onorario Marotta, il presidente Vancheri, l’allenatore, tutto lo staff”.

Infine, a bordo vasca, il presidente Valerio Vancheri spiega la scelta fatta dalla società e dalla squadra di giocare la partita: “Poteva essere la festa della pallanuoto siciliana, qualcuno non ha voluto che fosse così. In ogni caso, si è giocato a pallanuoto. Le due squadre si sono affrontate a viso aperto, con molto agonismo. Perché quando si gioca a pallanuoto, lo spettacolo è questo. Quando non si consente di giocare a pallanuoto, quella che doveva essere una festa diventa una farsa. In qualsiasi sport la prima regola è il fair play, che va di pari passo col fatto che se si fa uno sport è perché si vuole giocare, si deve giocare. Questi sono atleti. Come si può chiedere a un atleta di fare il clown? Per noi chi va in acqua ci va per fare l’atleta. Siamo una società che gioca a pallanuoto. Ci piace giocare e vogliamo farlo. Se vinciamo, vinciamo in acqua. Se perdiamo, perdiamo in acqua. Io faccio l’avvocato e posso dire che non molleremo mai finché ci sarà la possibilità di un ultimo rincorso o un giudice a Berlino al quale rivolgersi. Resta il fatto che il messaggio che proviene dall’Ortigia è che la pallanuoto è un gioco che si gioca solo dentro l’acqua, non altrove”.


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