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Parte da Siracusa il progetto artistico “Muto di Donna”

Le opere, realizzate nel corso di due sedute di arte terapia, nella sede di viale Teracati a Siracusa, saranno esposte in mostra in forma anonima il 16 febbraio prossimo a Bergamo

Dare voce al silenzio delle donne abusate utilizzando il linguaggio non verbale ed universale dell’arte, è quanto si propone “Muto di Donna” il progetto realizzato nei giorni scorsi in anteprima in Sicilia con la partecipazione del Centro antiviolenza Ipazia di Siracusa. Ideata da Fiorella Rizzo, pedagogista clinica, professionista della relazione d’aiuto e esperta in pittura emozionale, l’iniziativa ha coinvolto un gruppo di assistite dal Cav. Ipazia, vittime di maltrattamenti e violenza domestica, che hanno accettato di mettersi in gioco provando a dare spazio a ricordi ed emozioni spesso non facili da evocare.

Le opere, realizzate nel corso di due sedute di arte terapia, nella sede di viale Teracati a Siracusa, saranno esposte in mostra in forma anonima il 16 febbraio prossimo a Bergamo, insieme ai lavori realizzati dalle assistite di centri antiviolenza locali che si uniscono alla prima fase di sperimentazione dell’iniziativa. Nell’occasione, oltre alla Mostra “Muto di Donna” sarà ufficialmente presentato il Progetto e il suo scopo terapeutico – ricreativo che nei prossimi mesi, annuncia l’ideatrice, prevede il coinvolgimento di altre realtà italiane che ne vorranno far parte.

“Le donne che sono state abusate – afferma Fiorella Rizzo – nonostante siano state sfortunate hanno secondo me una marcia in più, perché questa enorme esperienza, fatta di sofferenza e di dolore, molto spesso nel silenzio e nella vergogna, può divenire anche una grande forza per il superamento del trauma è qualcosa che arricchisce la persona e la fa entrare in empatia con l’altro. Oggi le persone non entrano in empatia con le altre, – ha concluso Rizzo – ecco perché ho voluto utilizzare l’arte, nello specifico il colore per consentire alle donne che avevo davanti di esprimere i molteplici sentimenti che si nascondevano dentro ciascuna di loro e allo stesso tempo sollecitare l’attenzione di coloro che si troveranno ad osservare i lavori scaturiti da questa attività di grande impatto emotivo”.

“Abbiamo voluto creare uno spazio “alternativo” per tutte le donne che ci hanno chiesto aiuto e che stiamo supportando nel loro percorso di fuoriuscita dalla violenza – spiega l’avv. Maria Grazia Lazzara responsabile dello sportello C.a.v. Ipazia di Priolo Gargallo – Uno spazio artistico, creativo dove le donne hanno avuto e avranno, si spera anche per il futuro, la possibilità di dare nome e forma alle proprie emozioni. Una formula ben riuscita, che ci auguriamo di poter riproporre in altre sessioni durante l’anno”.


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