La settimana scorsa si è tenuto un ennesimo importante vertice, volto all’individuazione di una celere risoluzione delle problematiche inerenti i miasmi provenienti dal depuratore Ias di Priolo, a cui ha preso parte: l’assessore al Territorio e all’Ambiente del Comune di Priolo Gargallo, dott. Luciano Gianni, il direttore dell’Ufficio speciale per il risanamento ambientale, dott. Antonio Cuspilici, e i rappresentanti di Arpa, Ispra, Cnr e Cutgana.
Secondo quanto emerso dalla riunione, nel giro di poche settimane, sarà presentata ufficialmente una soluzione decisiva, che chiuda definitivamente il caso miasmi Ias. Dopo aver accuratamente vagliato le diverse soluzioni, proposte da alcune aziende esperte nel settore, i componenti del tavolo tecnico adotteranno quella più idonea all’impianto consortile Ias. Per tal motivo, si rivelerà indispensabile, a garanzia di una soluzione valida e sicura, il supporto scientifico e il confronto serrato con i tecnici del Cnr.
Si è anche disquisito sul problema relativo allo smaltimento delle acque bianche che, nei periodi di forte piovosità, si evidenziano come un pericolo e un forte disagio per i cittadini priolesi. In tal senso, l’idea comune sarà quella di individuare, con l’ausilio dell’assessorato regionale al Territorio e Ambiente, risorse comunitarie, necessarie a concretizzare soluzioni, che garantiscano un serrato controllo delle sostanze che confluiscono all’interno dell’impianto di depurazione il quale, nella maggior parte dei casi, a causa di anomali sovraccarichi, provoca sgradevoli ed insopportabili miasmi.
Il copioso lavoro, prodotto dall’assessore Luciano Gianni, ha toccato anche ambiti che esulano dai miasmi Ias. “Ho messo sul tavolo – ha affermato l’assessore al Territorio e all’Ambiente – un altro grave problema, che limita lo sviluppo del territorio di Priolo, quello relativo ai Siti d’interesse nazionale. Per questo ho chiesto al Cnr e all’ufficio speciale di supportarci per proporre al Ministero la riconsiderazione del perimetro dei Sin nell’area di Priolo, oggi calati sul territorio a macchia di leopardo, penalizzando aree che potrebbero essere utilizzate per espandere e/o valorizzare il territorio stesso”.
Nel corso della riunione, si è anche discusso della necessità di redigere le schede tecniche, relative al piano di risanamento ambientale, attraverso le quali si potrebbe attingere ad indispensabili risorse, da utilizzare per la realizzazione di una barriera arborea, che cinturi i confini della zona industriale e che possa risultare utile a mitigare il suo impatto ambientale visivo, sonoro e odorigeno.
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