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Raddoppiati i posti dell’Ostello dei migranti a Cassibile: più servizi e un taglio del nastro in pompa magna

Raddoppiata la capienza e i servizi: non ci saranno soltanto i bagni e la mensa ma anche un portierato, una guardiana notturna, uno sportello salute gestito dall’Asp, una lavanderia e infine un’area giochi per bambini aperta a tutti i cittadini (con il preciso intento di creare eventi di inclusione sociale)

“Sei nato sciolto come una brezza
E libero come i raggi della luce di un’alba
Canti come un gabbiano ovunque atterri ispirandoti alla luce del divino”

È una poesia in arabo di Abou el Kacem Chebbi che, scritta sulla parte posteriore di una barca utilizzata dai migranti per la traversata, diventa un’installazione dal titolo “Lo stato dei diritti include tutti”. Il merito è di Ramzi Harrabi, mediatore culturale, che per anni ha custodito quel pezzo di legno, un frammento di un lungo viaggio diventato una piccola opera d’arte all’ingresso dell’ostello dei braccianti agricoli di Cassibile.

Quel resto di un’imbarcazione che “messo in piedi prende la forma di una porta e intraprende così il significato della fuga verso mete sicure”, dice Ramzi.

Verso un nuovo percorso di vita, verso il raggiungimento dei diritti fondamentali degli uomini: un tetto sulla testa e qualcosa da mettere nel piatto. È proprio questo lo scopo dell’ampliamento dei prefabbricati all’ostello di Cassibile: da poco più di 100 posti letto a oltre 200.

Raddoppiata la capienza e i servizi: non ci saranno soltanto i bagni e la mensa ma anche un portierato, una guardiana notturna, uno sportello salute gestito dall’Asp, una lavanderia e infine un’area giochi per bambini aperta a tutti i cittadini (con il preciso intento di creare eventi di inclusione sociale).

Un risultato possibile grazie al progetto Acca (Azione di contrasto al caporalato) del ministero dell’Interno al quale hanno lavorato Comune e Prefettura. Questo pomeriggio il taglio del nastro, rinviato da mesi, a causa dell’assenza del ministro Matteo Piantedosi. Il titolare del Viminale, infatti, non è riuscito a essere presente per ben due volte, e così oggi si è fatto tutto senza di lui.

Non c’era l’esponente di Governo, ma c’erano le più alte cariche istituzionali della città: il Prefetto, il sindaco, il comandante della Capitaneria di Porto, il comandante provinciale dei Carabinieri, il Questore, il comandante dei Vigili del fuoco, il comandante della Guardia di Finanza, il commissario straordinario dell’Asp di Siracusa e molti componenti del Consiglio comunale.

Proprio coloro che ieri hanno approvato il regolamento per l’accoglienza all’ostello. Parola d’ordine: legalità. Come già per il passato, potranno accedere ai posti letto soltanto coloro che sono in regola con i documenti e che possiedono un regolare contratto di lavoro. I lavoratori dovranno versare un contributo di 30 euro ogni 7 giorni per le spese generali, sono tenuti a rispettare precise norme di comportamento e al risarcimento dei danni causati.

Sembrano lontani i tempi delle baraccopoli a due passi dalla frazione che, sotto gli alberi, con la copertura di due pezzi di stoffa dava ospitalità (se così si può definire) a coloro che la sera rientravano dopo la giornata nei campi. Baraccopoli per nulla dignitose che molto probabilmente torneranno, magari di dimensioni più piccole, a bordo della strada di campagna, al bordo civiltà. Perché si sa: non tutti i braccianti agricoli stranieri saranno in possesso di regolare contratto. Ed è proprio su questo che le stesse istituzioni che oggi hanno festeggiato dovranno continuare a lavorare anche domani e dopodomani, anche quando i riflettori saranno spenti.

Oggi però è una buona giornata, e la notizia dell’ampliamento dei posti letto – volto a combattere il caporalato – è sicuramente un fatto positivo. Al taglio del nastro un brindisi, ma anche un banchetto pianificato per la visita del ministro che alla fine neanche questa volta ha accettato l’invito. Antipasti, panelle, arancini, gnocchi, cornetti salati, gamberi in salsa di mandorle, baccalà in salsa di fave, tagliata di tonno, buffet di dolci, caffè e spumante.

Un banchetto ricco e abbondante tra quei prefabbricati vuoti che presto, tra quei letti a castello, ospiteranno storie di vita, di dolore, di lavoro, di fatica di sudore e di speranza. Un taglio del nastro pieno di fronzoli. Superficialità che probabilmente non appartengono a quel posto. Quel posto in cui qualcuno cercherà casa.


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