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Relazione sul carcere di Cavadonna: infiltrazioni d’acqua, organico carente, cimici nel blocco 10, nessun area verde, palestra o teatro

"Nel corso della visita si è avuto modo di incontrare diversi detenuti e tra questi in particolare uno di 74 anni, la cui gestione risulta molto problematica per via del suo stato di non autosufficienza - tanto da dipendere totalmente dal piantone a lui assegnato - che sta scontando una pena detentiva per reato non particolarmente grave"

A seguito della visita al carcere di Cavadonna di Siracusa, lo scorso 14 marzo, per l’inaugurazione della prima Casetta dell’acqua in una casa circondariale, il Garante Regionale per i diritti dei detenuti, Santi Consolo, ha redatto una relazione abbastanza esplicativa sullo stato in cui si trovano i detenuti. Eccola di seguito:

“L’istituto dista dalla città circa 15 km. E si trova in aperta campagna, fatto che rende le possibilità di incontro con i familiari per i colloqui non certo agevole (unico mezzo pubblico utilizzabile è l’autobus extraurbano Siracusa Canicattini Bagni. Il carcere è entrato in funzione nel febbraio 1997 e la sua configurazione è gemella a quello di Caltagirone. Dopo un breve briefing nella stanza del direttore sulle principali problematiche, è emersa, su segnalazione del direttore, una certa carenza di personale di polizia penitenziaria, la cui dotazione d’organico prevista è di 250 unità, mentre l’organico effettivo è di 230 unità alla data della visita. I suddetti numeri, che apparentemente non sembrerebbero allarmanti, vanno letti in rapporto alla popolazione ristretta, che sempre alla data odierna ammonta a 696 unità, a fronte di una disponibilità di posti regolamentari pari a 545. Pertanto, il dato di sovraffollamento è pari al 127%. I nuovi ingressi sono circa 1.000 ogni anno.

Infatti, il dato della forza operativa presente alla data della visita, non tenendo conto dei funzionari (4), degli ispettori (19) e dei Sovrintendenti (19), registra la presenza di soli 188 agenti, dei quali 52 sono destinati con esclusività al Nucleo Traduzioni. Restano disponibili, pertanto, solo 136 agenti per circa 700 detenuti, cioè con un rapporto pari a circa 0,20, situazione questa che determina scarsissime presenze nella fascia pomeridiana-notturna.

Sul versante del personale amministrativo si segnala l’assenza della figura di vicedirettore, malgrado l’elevata popolazione carceraria e l’elevato indice di nuovi ingressi (in media oltre mille per anno); inoltre, a fronte della previsione di 27 addetti amministrativi, sono disponibili solo 22 unità; gli educatori sono 5 a fronte di una previsione d’organico pari a 6.

I 696 detenuti presenti (età media 35-37 anni), di cui solo 80 sono stranieri, alla data della visita sono allocati in 245 stanze di detenzione tutte dotate di servizi igienici in locale separato, di cui 219 provvisti di doccia e 19 pure di bidet. Tutte le stanze di detenzione sono dotate di accensione di luce autonoma e di presa elettrica.

La distribuzione dei detenuti nei vari reparti registra 209 presenze nelle sezioni ordinarie, 12 in isolamento e 285 in alta sicurezza. Inoltre, 91 sono quelli allocati nella sezione protetti, 20 in art. 32 e 35 a trattamento intensificato. Ci sono poi 15 detenuti in art. 21 e 12 in regime di semilibero.

Nel recente passato questo Garante aveva scritto all’istituto al fine di acquisire notizie di dettaglio in merito ad una infestazione di cimici, che era stata segnalata al blocco 10 e che aveva interessato moltissime stanze di detenzione. Il direttore e il comandante hanno confermato la notizia e sottolineato pure di non avere ricevuto dal PRAP aiuto alcuno in ordine ad una richiesta di parziale sfollamento, inoltrata per meglio gestire l’emergenza. Il prossimo ritorno della stagione estiva potrebbe far rimanifestare la criticità a causa della collocazione dell’istituto in aperta campagna.

Di recente (anno 2017) è entrato in funzione il blocco 20 con una capienza complessiva di 240 posti regolamentari, ma alla data ospitante 280 detenuti. Pur essendo assai recente, il blocco 20 è privo di area dedicata a palestra. Ancora, il piano terra, in progetto destinato a spazi di socialità, allo stato risulta in parte inutilizzato, in altra parte trasformato in salette per videochiamate, e nella restante parte destinato a cucina allo stato non utilizzata.

Per l’autorità in indirizzo si rappresenta l’esigenza di un immediato intervento perché diffuse in tutto il blocco 20 le infiltrazioni d’acqua provenienti dai soffitti hanno addirittura generato formazioni visive di stalattiti calciche. Sommessamente, si rappresenta anche che tutte le attrezzature della cucina sembrerebbero di buona qualità e agevolmente riutilizzabili. Ove mai però dovesse persistere l’attuale stato di abbandono, la funzionalità delle stesse potrebbe risultare irrimediabilmente compromessa. Spiace segnalare che le condizioni manutentive di tale blocco 20, benchè di epoca più recente degli altri, risulta essere ben peggiore degli altri blocchi originari. Al blocco 20 vige il regime a celle aperte fino a otto ore giornaliere, al blocco 30, ove sono allocati i detenuti a custodia attenuata, il regime a celle aperte è prolungato fino a 12 ore giornaliere.

Nel corso della visita al blocco 20 si è avuto modo di incontrare diversi detenuti e tra questi in particolare uno di anni 74, la cui gestione risulta molto problematica per via del suo stato di non autosufficienza – tanto da dipendere totalmente dal piantone a lui assegnato – che sta scontando una pena detentiva per reato non particolarmente grave.

Il blocco 25, articolato in 2 piani, ospita i detenuti in alta sicurezza, in media distribuiti in numero di 65 per piano. All’interno dell’istituto il poco lavoro disponibile viene distribuito a turnazione. Ciò non consente, pertanto, guadagni interessanti sia per l’elevato numero di detenuti, sia per l’insufficiente disponibilità di risorse trasferite dal Provveditorato rispetto alla stessa popolazione e all’incremento di valore delle mercedi. Nell’istituto non vi è alcuna area verde, né alcuna palestra per attività sportive.

Altra criticità riguarda il perdurare delle condizioni di inagibilità dell’ampio teatro (circa 400 mq con possibilità di poter ospitare oltre 240 posti) derivante da gravi infiltrazioni d’acqua provenienti dal soffitto. L’istituto di Siracusa è dotato di 2 locali di culto e  12 aule per istruzione e formazione. Si deve dare atto della grande disponibilità e spirito collaborativo del comandante della Polizia Penitenziaria che ha accompagnato il Garante e il dirigente del suo Ufficio, nel corso della visita, nonché della gradevole accoglienza da parte del direttore”.


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