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Risultato dolceamaro per Cafeo: il più votato nel capoluogo, ma fuori dall’Ars. Ecco la top ten a Siracusa città

Una breve disamina dei candidati che hanno conquistato più voti in città

Un risultato amaro, amarissimo per il deputato regionale uscente Giovanni Cafeo. È lui, infatti, il candidato più votato del capoluogo in questa tornata elettorale. A fronte dei circa 4.700 voti presi in tutta la provincia, 2.138 sono stati presi in città e questo dato lo pone come il più votato. Non è servito per la sua elezione, il seggio è andato a un altro partito (Mpa, con Carta) ma adesso è tempo di ripensare al futuro. Ci sono le amministrative tra pochi mesi, potrebbero vederlo da protagonista forte di un risultato personale di tutto rilievo.

Secondo Carlo Gilistro con 2.039 preferenze. Alla prima esperienza politica, il pediatra (di cui si parlava come potenziale candidato a sindaco per il Movimento 5 Stelle) dimostra di piacere ai siracusani riuscendo a battere il parlamentare uscente pentastellato Giorgio Pasqua e l’ex candidato a sindaco di Pachino Fabio Fortuna. È l’unico siracusano eletto all’Ars, ma siamo molto distanti dai 18 mila voti presi da Stefano Zito 5 anni fa. Erano altri tempi, era un altro M5S.

Seconda elezione consecutiva mancata per Vincenzo Vinciullo, che paga certamente l’assenza da un ruolo in primo piano negli ultimi 5 anni ma vede diminuire di parecchio il bacino di voti. Il capoluogo lo premia con 1.997 preferenze ma rispetto al 2017, quando in tutta la provincia prese 6.829 voti, stavolta si attesta sui 4.500. Per lui vale lo stesso discorso di Cafeo, anche perché viaggiano – al momento – nello stesso partito: può essere un altro protagonista alle amministrative.

Primo “forestiero” scelto dai siracusani, l’ex sindaco di Avola Luca Cannata conquista 1.971 preferenze. Lui, forte degli oltre 8 mila voti presi in provincia, adesso potrebbe sperare nell’indicazione di un nome che possa rappresentarlo in Giunta regionale. Ci vorrà ancora un po’ prima di poter mettere mano alla compagine di Governo del neo presidente Renato Schifani, ma se – come sembra – Titti Bufardeci possa tornare a ricoprire quel ruolo, il centrodestra dovrà cercarsi un altro potenziale candidato a sindaco.

Edy Bandiera, per esempio, potrà dire la sua. Non è stato eletto (per la seconda volta) e si è fermato a 1.804 preferenze in città. Deluso, certamente, partiva da outsider nonostante la lunga esperienza. Gennuso era considerato favorito seppur con voti prevalentemente “paternali”, ma Riccardo ha ottenuto comunque 1.041 voti in città a fronte dei 7 mila in provincia (2.100 solo a Rosolini) finendo in decima posizione per preferenze nel capoluogo. Bandiera invece perde qualche centinaia di voti in provincia, fisiologico, ma dimostra di avere uno zoccolo duro, fedele nonostante le sconfitte elettorali.

Sconfitta che Gaetano Cutrufo dovrà ancora digerire. Nel capoluogo ha ottenuto 1.662 preferenze, ma ci si aspettava sicuramente di più da lui, considerato che si è fermato in provincia a circa 3 mila voti e i “bookmakers” lo attestavano almeno al doppio. Dovrà ripensare alla strategia, al proprio ruolo, anche al modo in cui affrontare la politica. Avrà di che rimuginare, Spada e Stefio sono arrivati abbondantemente sopra e gli errori sono stati evidenti.

Il ritorno di Mario Bonomo sulla scena politica ha determinato l’elezione di Carta. Già deputato regionale, ha toccato i 4 mila voti e 1.464 solo a Siracusa. Bonomo c’è e con il leader dell’Mpa Raffaele Lombardo e il neo deputato sindaco di Melilli vorrà contare qualcosa a Palermo.

Risultato di tutto rispetto per Paolo Tuttoilmondo con 1.195 preferenze per Cento passi per la Sicilia. Il suo elettorato è quasi esclusivamente aretuseo e forse lo vorrebbe più presente tra qualche mese, magari tra le fila di Lealtà e Condivisione.

Infine Michelangelo Giansiracusa, sindaco di Ferla e capo di Gabinetto a Siracusa, nel capoluogo si ferma a 1.180 voti rispetto ai 3 mila totali. Non è un risultato da buttare, anzi. Qualcuno lo avrebbe visto bene anche candidato in Parlamento, ma Azione ha fatto altre scelte e Giansiracusa si è misurato anche al di fuori della roccaforte montana. Dovrà capire cosa fare con questo bagaglio di voti se vorrà uscire dagli iblei, politicamente parlando.


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