“Tra le proposte di ordine del giorno da me presentate in Consiglio comunale, tengo particolarmente a portare in aula un dibattito sulle nuove “Misure di contrasto alla criminalità organizzata”, la legge n. 15/08, sulla quale ho già mosso, in più occasioni, diverse critiche.
Non ho condiviso, infatti, l’enfasi di chi ha voluto presentare la nuova legge come una svolta epocale; la svolta risale, invero, alla legge regionale antimafia n. 20/99, vera avanguardia legislativa che ispirò la normativa nazionale in materia.
Queste Misure di contrasto alla criminalità organizzata, predispongono solo interventi a pioggia demandati all’organo politico senza un progetto complessivo e senza alcuna verifica.
Il dettato normativo, è vero, si occupa di appalti e stabilisce che per quelli superiori ai 100 mila euro l’aggiudicatario deve operare con un unico conto. Ma allora mi viene da pensare che si è convinti che le tangenti vengano pagate con assegni e che il riciclaggio si faccia con i bonifici bancari!
L’imposizione per legge della costituzione di parte civile della Regione siciliana nei processi per mafia, racket ed usura, poi, priva questo gesto, in precedenza spontaneo, di qualsiasi valenza socio-culturale, limitando le Istituzioni ad effettuare un mero atto dovuto.
Riguardo all’utilizzazione dei beni confiscati alla mafia, ancora, la norma omette di riparare a una lacuna gravissima: nulla, infatti, prevede in ordine ai criteri in base ai quali i beni confiscati devono essere concessi e a chi, quando invece sarebbe ovvio e più facile destinare almeno i beni immobili ai Comuni e alle Provincie, e non allo Stato.
Alla luce delle superiori considerazioni, ritengo comunque che l’Amministrazione comunale abbia il dovere di proporre politiche efficaci di autoregolamentazione che sappiano prendere il meglio della legge regionale e sappiano riempire di contenuti i dettami normativi che altrimenti resteranno, come altri, mere enunciazioni di principio.
Penso 1. all’inserimento in tutti i bandi e capitolati per l’affidamento di lavori e per l’acquisto di beni e servizi, delle cosiddette clausole “sirena”, che impegnano le società appaltatrici a denunciare qualsiasi tentativo di estorsione (pizzo, usura, ecc…) o di condizionamento, pena la rescissione automatica del contratto; 2. alla predisposizione del previsto rimborso degli oneri fiscali per cinque periodi di imposta agli imprenditori che denunciano richieste di estorsioni; 3. ai laboratori antimafia a scuola che ben si sposano con l’istituzione della giornata nazionale della memoria delle vittime delle mafie, che si celebra il 21 marzo di ogni anno.
Sin da quest’anno sarà importante coinvolgere i giovani studenti in percorsi formativi che li rendano consapevoli del fenomeno malavitoso, ma che, al contempo, propongano loro alternative valide di sviluppo sociale e culturale che li allontanino dalla strada o da un ambiente fortemente corrotto e contaminato da derive violente e criminali.
Avv. Fabio Rodante”
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