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Siracusa calcio, la rabbia e l’amarezza del presidente Ricci: “vergognatevi! Questo non è tifo”

A meno di un mese da un appuntamento "storico" per la società, quello del centenario (1 aprile), sul futuro del Siracusa calcio aleggiano nubi di profonda riflessione. E incertezza

Ciò che è accaduto domenica scorsa a Ravanusa è quanto di più distante possa esserci dal nostro modo di intendere il calcio. Con l’aggravante che il comportamento di un manipolo di soggetti potrebbe aver compromesso la nostra stagione e la possibilità di ripescaggio in Serie C.” A dirlo è il presidente del Siracusa calcio, Alessandro Ricci, in seguito alla decisione assunta ieri dal giudice sportivo che ha multato per 4 mila euro la società, infliggendo inoltre tre punti di penalizzazione e disponendo che le prossime due partite casalinghe siano giocate a porte chiuse e su campo neutro.

Una decisione dura quella della giustizia sportiva nata dopo gli accadimenti di Licata, quando verso la fine della prima frazione di gioco dallo spicchio riservato alla tifoseria ospite sono stati lanciati in campo fumogeni e bottigliette di acqua. Proprio una di queste bottigliette ha colpito alla testa un giocatore della formazione di casa che è stato costretto alla sostituzione e al ricovero in ospedale dove gli è stata diagnosticata una prognosi di 7 giorni. La società nella giornata di ieri ha annunciato ricorso, ritenendo troppo pesante la mano del giudice sportivo, ma questo ovviamente non frena Ricci dal condannare pesantemente l’accaduto.

Quando accaduto, oltre al danno in classifica e di immagine per la società, mina le certezze future sull’impegno di Ricci. “Una vicenda che ci ha portato a una serie di riflessioni – prosegue il presidente azzurro -, prima fra tutte quella che il nostro impegno, i nostri sacrifici, possano essere spazzati via, in una domenica, da chi non dimostra alcun interesse nei confronti del Siracusa. Ma il ripetersi di questi episodi a cui purtroppo assistiamo dal 13 novembre 2022 ci porta anche a una seconda riflessione sul nostro stesso impegno futuro nel Siracusa Calcio. Il calcio non finisce a Siracusa. Anzi. Il progetto sportivo, l’impegno economico e tutte le attività di programmazione non possono essere condizionati da persone che con lo sport non c’entrano nulla. È stato uno spettacolo indegno nel giorno in cui, ancora una volta, la squadra ha conquistato una vittoria importante rendendo fieri i nostri tifosi. Quelli veri.”

Il presidente Ricci non nasconde l’amarezza, sostenendo a chiare lettere come per lui e per la società Siracusa “il calcio è un’altra cosa. Per noi il calcio non può essere questo. La città di Siracusa, il Siracusa Calcio, non meritano di essere messi all’indice in tutta Italia. Noi siamo un’altra cosa e oggi, con ancora più forza, chiediamo al tifo organizzato di emarginare quei pochi individui che non condividono quei valori di rispetto, di appartenenza e di lealtà che sono patrimonio dello sport e di questa dirigenza. Vergognatevi!

Insomma, a meno di un mese da un appuntamento “storico” per la società, quello del centenario (1 aprile), sul futuro del Siracusa calcio aleggiano nubi di profonda riflessione. E incertezza.


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