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Siracusa, caso Giuliana. No all’archiviazione, il Gip: ”omicidio, l’ipotesi più attendibile”

La Procura etnea aveva avocato le indagini sul caso riguardante la morte della guardia giurata ma chiesto l’archiviazione pur tra tanti dubbi

Il gip Andrea Migneco ha accolto l’opposizione presentata dall’avvocato Alessandro Cotzìa contro la richiesta di archiviazione avanzata dalla Procura generale di Catania sul caso della morte della guardia giurata Massimo Calogero Giuliana.

La Procura etnea aveva avocato le indagini sul caso riguardante la morte della guardia giurata ma chiesto l’archiviazione pur tra tanti dubbi. “L’Ufficio – si leggeva infatti – è costretto a richiedere nuovamente l’archiviazione del procedimento affidando al Giudice la valutazione in ordine all’opportunità e alla conducenza di disporre la effettuazione di ulteriori indagini”.

E il Gip ha disposto la prosecuzione delle indagini per altri 6 mesi.

Giuliana è morto il 4 marzo del 2017 dopo essere stato colpito da un proiettile esploso, pare, dalla sua stessa arma d’ordinanza mentre era in servizio e stava cercando di sventare un furto ai danni della raffineria Esso di Augusta. Un solo indagato anche se finora ci si è limitati ad addebitare la tragica morte a un colpo esploso accidentalmente dallo stesso Giuliana.

Il sostituto procuratore generale, però, aveva ritenuto ci fossero tutti gli elementi perché si parlasse di omicidio, solo che le prove sarebbero insufficienti a superare la prima fase processuale e quindi servirebbero ulteriori indagini anche per identificare altri soggetti eventualmente presenti al momento del fatto, iscriverli nel registro degli indagati e sottoporli ad accertamenti tecnico scientifici.

“Si ritiene razionalmente più verosimile – si legge nel provvedimento firmato dal Gip – già dal solo punto di vista chimico e balistico, la tesi dell’esplosione dello sparo da parte di mano diversa da quella della vittima, dunque un atto omicidiario, ipotesi più attendibile rispetto a quella della ferita accidentalmente auto-inferta. Vero è che tale ultimo scenario, benché giudicato meno probabile, non può essere neppure del tutto escluso, e dunque rappresenterebbe un “ragionevole dubbio” di natura scientifica; tuttavia l’ipotesi delituosa è quella che pare meglio armonizzarsi con le ulteriori emergenze investigative”.

Che poi, nei fatti, già la consulenza dei Ris di Messina accreditava come maggiormente plausibile l’ipotesi “di un colpo esploso da un secondo soggetto che impugnava l’arma dall’esterno dell’autovettura”. E anche il medico legale si era espresso in termini probabilistici, ritenendo più logica l’ipotesi omicidiaria rispetto a quella dell’incidente fortuito.

Il Gip ritiene che, alla luce degli atti di indagine finora espletati, siano emersi sufficienti elementi logico-indiziari per ritenere che la morte di Giuliana sia stata causata da uno sparo esploso da mano diversa da quella della vittima, e che si sia dunque trattato di un omicidio, quindi sarebbe da individuare il concreto movente.

L’ipotesi secondo cui Giuliana possa essere rimasto vittima di un ferimento mortale da parte di soggetti in qualche modo coinvolti nei furti seriali di carburante nella zona industriale, magari in quanto “scomodo testimone di illeciti accordi di copertura tra le organizzazioni criminali dedite ai furti e i soggetti preposti alla vigilanza delle strutture private industriali – ancora le parole del giudice – deve essere ulteriormente oggetto di approfondimento investigativo, li cui oggetto è contenuto nella parte finale della richiesta di archiviazione della Procura Generale”.

Infine, la presenza dell’indagato sulla scena: se si esclude la responsabilità materiale diretta, i Gip evidenzia che si potrebbe configurare in concorso al reato (qualora emerga un movente illecito che ne coinvolga la posizione) o un’ipotesi di favoreggiamento personale. Adesso si proseguono le indagini, ma qualcosa sembra essere cambiato.


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