“Con il decreto “Incentivi” (d.l. 10.2.2009 n. 5), convertito nella L. 9.4.2009 n. 33, è stata introdotta in Italia la disciplina del contratto di rete, una novità significativa che può costituire uno strumento importante di crescita e innovazione delle imprese, soprattutto piccole e medie – dichiara Gianpaolo Miceli, responsabile provinciale del Confederazione Nazionale Artigianato, piccola e media impresa.
La funzione principale del contratto di rete è la definizione di regole attraverso cui le imprese, rimanendo indipendenti, possono realizzare progetti industriali comuni, diretti in particolare ad accrescere la capacità innovativa e la competitività. Oltretutto questa forma giuridica rende alla imprese aderenti la possibilità di usufruire di particolari provvedimenti agevolativi e di promozione da parte delle pubbliche amministrazioni per settori specifici. Il contratto di rete in pratica è simile al consorzio, ma decisamente più snello. Il dato comune (con il consorzio) è il fatto di costituire organismi semplici creati per raggiungere gli obiettivi comuni.
Le imprese organizzate in rete hanno dunque un soggetto interno che ha il compito di regolare i rapporti tra i componenti (similmente al consorzio) ed una esterna rivolta a consentire di contrattare con terzi, di partecipare a gare, di costituire coalizioni ed alleanze. Uno strumento ideale per operare acquisti collettivi, definire canali unitari di vendita e realizzare economie di scala”.
“In Italia, alla data odierna, si registrano oltre 30 contratti di rete già stipulati ed operativi ed altri risultano in fase di definizione – commenta Gianpaolo Miceli responsabile agevolazioni alle imprese di CNA SICILIA – di questi 3 sono insediati in Sicilia e sono legati ai comparti commerciali, della medicina e delle energie rinnovabili nel comparto eolico.
Il nostro territorio è abbastanza indietro in materia di reti d’impresa anche per la diffidenza che caratterizza le imprese e particolarmente le micro e piccole. Si tratta di esempi di sinergia tra le imprese che rappresentano la strada maestra per contrastare la crisi e facilitare processi di crescita dimensionale delle stesse aziende anche in considerazione del fatto che sono da questa forma di aggregazione derivano agevolazioni fiscali e un più agevole accesso al credito.
Apprezziamo lo sforzo sostenuto dal governo e dalle parti sociali per concepire uno strumento nuovo e snello, che permette la collaborazione tra imprese anche di differenti territori che condividono strategie comuni. Il nodo rimane comunque stretto intorno alla crisi ed alla imponente pressione fiscale che frena la naturale spinta ad investire delle imprese e frena fortemente lo sviluppo. “
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