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Siracusa, concerti al Teatro greco, le preoccupazioni della consulta nazionale dei grecisti e dei filologi classici

"Ci appelliamo ai Rappresentanti degli Enti locali e dello Stato, e agli organizzatori degli spettacoli, affinché sia accuratamente rispettato questo significativo insieme di norme intese a tutelare un bene materiale della nostra tradizione"

Mosse dal solo intento di salvaguardare il patrimonio materiale e ideale della cultura classica che è parte rilevante dell’identità del nostro Paese, la Consulta Universitaria del Greco e la Consulta Universitaria di Filologia Classica, che includono i professori universitari del settore, esprimono la propria preoccupazione in merito alle notizie che giungono a proposito del teatro antico di Siracusa. Il bene culturale è sin dal 1914 sede di rappresentazioni di spettacoli tragici e comici greci e ha per questo conseguito una fama mondiale; rispettare una cultura significa rispettarne anche le tradizioni: al teatro antico di Siracusa sono legati i nomi di un premio Nobel come Salvatore Quasimodo, di grandi poeti e intellettuali come Pasolini e di moltissimi altri significativi esponenti della cultura italiana, incluse le prestigiose figure di attori e registi che nel tempo vi hanno lavorato.

Date queste premesse – scrivono la Consulta Universitaria del Greco e la Consulta Universitaria di Filologia Classica -, non possiamo non recepire con grande preoccupazione la notizia che al termine delle rappresentazioni classiche 2023 la stagione del Teatro sarà prolungata con spettacoli e concerti, giacché è evidente che un eccessivo sfruttamento del sito, di per sé fragile, rischierebbe concretamente di accelerarne il logoramento. Questo monumento, con la sua tradizione, appartiene a tutti gli Italiani ed è protetto dall’UNESCO; il suo uso è subordinato all’articolo 20 del Codice dei Beni Culturali, secondo il quale “i beni culturali non possono essere adibiti ad usi non compatibili con il loro carattere storico o artistico oppure tali da recare pregiudizio alla loro conservazione”, alla Carta di Siracusa, del 2005, per la conservazione, fruizione e gestione delle architetture teatrali antiche e alla Dichiarazione di Segesta, adottata in conclusione del Convegno “Salvaguardia e uso dei teatri antichi”, organizzato a Segesta, Trapani e Palermo nel 1995. Ci appelliamo dunque ai Rappresentanti degli Enti locali e dello Stato, e agli organizzatori degli spettacoli, affinché sia accuratamente rispettato questo significativo insieme di norme intese a tutelare un bene materiale della nostra tradizione e, con esso, di un patrimonio letterario e culturale che fa onore non solo a Siracusa ma all’Italia intera”.


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