Associazione a delinquere, corruzione in atti giudiziari, falso ideologico del pubblico ufficiale, concussione, calunnia, truffa, rivelazione di segreti d’ufficio, consulenza, falsa attestazione al pubblico ufficiale, minacce a pubblico ufficiale e simulazione di reato. Questa la lunga lista dei reati contestati dalle Procura di Roma e Messina a quello che può essere definito un vero e proprio gruppo di potere. Un’indagine ramificata in tutta Italia in cui si parla anche della gestione da parte della Procura di Siracusa di vicende come Fiera del Sud, Eni, Sai8, Cisma e Consip.
Piero Amara, augustano, secondo l’accusa, aveva costruito una rete di relazioni oggi azzerate dalle Procure di Messina e Roma, ma non è finita perché tra gli indagati risulta ancora una volta anche il notaio ed ex deputato regionale siciliano Giambattista Coltraro.
Quindici persone arrestate, tra cui un (ex) Pm, due avvocati, professionisti, imprenditori e un giornalista. Tutto nasce dall’esposto di 8 magistrati siracusani consegnato alla Procura di Messina (e alcuni dicono pure al ministro Andrea Orlando), ma anche dalla costruzione del centro commerciale Fiera del Sud del Gruppo Frontino, dall’ampliamento della discarica gestita dalla Cisma Ambiente e da quell’indagine su Eni di cui si occupa la Procura di Milano.
I favori di Longo, secondo gli inquirenti, venivano ripagati con soldi in contanti versati tramite società, viaggi a Dubai con famiglia al seguito e spese varie. Una vera e propria spy story, passata dalle microspie piazzate nell’ufficio del magistrato a Siracusa che si accorse della telecamera e che si auto assegnava inchieste con lo scopo di acquisire informazioni sulle indagini svolte dai colleghi, talvolta aprendo fascicoli con prove e consulenze false per smentire altre indagini che coinvolgevano i clienti eccellenti dei due legali.
Non è ancora finita però, ci sono altre Procure – come quelle di Milano e Palermo – che continuano a indagare su Amara e non solo. Si parla di sentenze pilotate al Consiglio di giustizia amministrativa e al Consiglio di Stato a Roma, di tangenti per pilotare sentenze e di un altro filone investigativo collegato con Consip (visto l’arresto di Bigotti) dove sono emersi rapporti tra gli avvocati Amara e Calafiore e l’ex presidente del Consiglio di Stato, Riccardo Virgilio (indagato, è stata respinta la richiesta di misura cautelare non detentiva), per anni presidente del Cga e protagonista in decisione su Fiera del Sud e Sai8, difesa da Amara.
E infine il depistaggio nel caso Eni, dove a Milano ipotizzano che Amara e Ferraro abbiano costruito un falso dossier sull’esistenza di un complotto contro l’Eni per screditare l’amministratore delegato Claudio De Scalzi e convincerlo a dimettersi. L’inchiesta va avanti.
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