Con il senatore e commissario provinciale del Partito democratico, Antonio Nicita

Con il senatore e commissario provinciale del Partito democratico, Antonio Nicita

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Siracusa, i falchi prevalgono sulle colombe: il Partito democratico rimarrà all’opposizione

"Il gruppo consiliare del Pd rimarrà all’opposizione, lontano da una politica legata alle segreterie politiche, teso alla costruzione di una città migliore e di istituzioni aperte a tutte e tutti, anche e soprattutto alle donne"

Se è vero nel Partito democratico sono al lavoro le colombe, silenziose e sottotraccia, che stanno provando a portare ramoscelli d’ulivo da una parte e dall’altra, è altrettanto vero che al momento il loro lavoro non sta portando buoni frutti. E la – scontata – decisione di far entrare Mpa in Giunta in un primo momento e in forma praticamente esclusiva non facilita un’operazione a dir la verità già complessa di suo. Perché è noto che una parte consistente del Pd non guarda di buon occhio le politiche del sindaco di Francesco Italia, mentre un’altra parte cerca di ricucire più che altro in vista di alleanze programmatiche per la Provincia e per non lasciare troppo spazio a un Carta pigliatutto che – pur litigando con Fratelli d’Italia – sta ingrossando le proprie fila.

Proprio questa predominanza autonomista nell’amministrazione comunale, però, fa storcere il naso al gruppo consiliare del Pd: “nuovo anno, nuovo bilancio di previsione e nuovo (primo e ridimensionato) rimpasto – si legge in una nota firmata da Massimo Milazzo, Angelo Greco e Sara Zappulla – Due assessorati con deleghe importanti, centrali per la vita della città e che determinano la fine dell’impasse in cui si trovava il sindaco con la sua maggioranza”.

E infatti a ​Salvo Cavarra sono andati Igiene urbana e verde pubblico, Cimitero e servizi cimiteriali; ​a Marco Zappulla Pari opportunità e diritti sociali, Politiche sociali e della famiglia, Politiche di inclusione e diritto alla casa, Politiche giovanili, Democrazia partecipata, Città educativa, Politiche di genere. Rifiuti e politiche sociali, quindi, sono appannaggio di Mpa. L’assessore Teresella Celesti resta più che altro perché unico baluardo delle quote rosa in Giunta, segno anche della carente partecipazione femminile alla vita politica. Tanto che lo stesso sindaco Francesco Italia ha sottolineato come il “problema” riguardi tutta la squadra e non solo il primo cittadino.

“Un’impasse, quello della quota rosa, che non è solo tecnico ma profondamente politico – dicono i democratici – abbiamo un problema culturale enorme in consiglio e nella politica cittadina. Il rispetto della parità di genere, a nostro avviso, non è un problema da superare, un obbligo a cui sopperire ma uno stimolo da sfruttare, una traccia da seguire per garantire a tutte e tutti le stesse possibilità. In una politica impregnata di logiche e modalità maschiliste, la presenza di una sola donna in giunta (rispettando solo la legge regionale e non quella nazionale) ci chiarisce che tanto ancora bisogna fare per la parità nelle Istituzioni e per un nuovo modo di fare politica”.

Gli accordi elettorali del sindaco Italia, però, erano chiari fin da subito: dentro Cavarra (espressione dei consiglieri Porto e Ricupero) e Zappulla (legato a “mister preferenze” Bonafede) per rispettare il patto con Mpa; dentro Alessandro Spadaro dopo la stretta di mano con Edy Bandiera (prima ancora che fosse dirigente di Sud chiama Nord); via libera al secondo ingresso di Noi per la città (preferenza ma non obbligo sul nome di Sergio Imbrò). A questi potrebbe aggiungersi pure un’eventuale apporto interno di Insieme, cui però manca un nome femminile da segnalare. Il “problema”, insomma, resta. Ma dopo il bilancio si vedrà quale sarà la linea e quali gli alleati di Italia, ora e dopo.

“D’altronde il rimpasto di oggi risponde perfettamente alle logiche di spartizione di potere ed è quanto di più distante dalla condivisione di un progetto politico e da un’idea di città definita – accusano i consiglieri del Pd – Ci chiediamo quando saranno chiari gli obiettivi politici e programmatici con cui avranno luogo i nuovi ingressi attuali e futuri, visto che gli obiettivi elettorali e partitici sono già palesi e da tempo. Abbiamo notato l’abnegazione con cui Barbara Ruvioli e Giancarlo Pavano hanno affrontato questi mesi in giunta, sebbene costretti ad un mandato passeggero, e abbiamo capito che questo sarà solo il primo rimpasto. Il gruppo consiliare del Partito Democratico rimarrà all’opposizione, lontano da una politica legata alle segreterie politiche, teso alla costruzione di una città migliore e di istituzioni aperte a tutte e tutti, anche e soprattutto alle donne”. Altro che colombe, nel Pd i falchi hanno la meglio.


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