In tendenza

Siracusa, Mangiafico: “Con la vicenda della Casa del Pellegrino l’Amministrazione si conferma esperta delle cause perse”

Quest’ultima vicenda arriva poco dopo gli 8 milioni di euro dell'Igm e i 6 milioni di euro della Sogeas

Al Vermexio un gruppo di “esperti nel cercare cause perse”. Così Michele Mangiafico, leader del movimento Civico 4, in riferimento alla sentenza numero 121 del 23 febbraio 2024, con cui l’Amministrazione comunale soccombe al Cga sulla vicenda della Casa del Pellegrino, assegnata per 50 anni nel 1997 al fine di ospitare i pellegrini.

Quest’ultima vicenda arriva poco dopo gli 8 milioni di euro dell’Igm e i 6 milioni di euro della Sogeas: “Sembra quasi, se si volesse pensar male, – dice Mangiafico – che chi ha amministrato fino al giugno 2023 temesse di perdere e si è impegnato in tecniche dilatorie utili solo a distribuire polpette avvelenate su chi avrebbe amministrato dopo giugno 2023, se non fosse che la sorte ha voluto che alla fine il primo e il secondo combaciassero. Perché non avviare opportune transazioni per tempo? Perché non fare risparmiare milioni di euro alla collettività?”

C’è da dire che nel 2023 i capitoli 4258.1 (“spese riconosciute a seguito di sentenze”, 6.461.469,00) 4258.3 (“debito fuori bilancio finanziato con avanzo di amministrazione”, 5.501.992,17) e 4258.4 (“debito fuori bilancio con mutuo per pagamento debito fallimento Sogeas”, 6.221.100,00) hanno chiuso la cifra di 18.184.561,00 di euro pagati dalla città “e senza che nessuno voglia ancora dirci chi sia il responsabile di queste ferite sanguinanti nelle casse dell’ente”, spiega Mangiafico.

“Il Consiglio di Giustizia Amministrativa mette in ridicolo il sindaco e la sua avida richiesta di appropriarsi della Casa del Pellegrino al Santuario, ribaltando e ridicolizzando la decisione del Tribunale Amministrativo Regionale”, ancora il leader del movimento.

Nella gestione del patrimonio comune, il Santuario aveva coinvolto una società che gestiva il bene (Casa del Pellegrino s.r.l.), nettamente distinta da un’altra società a cui furono successivamente affidati gli arredi dell’attività come sedie, tavoli, letti (La Madonnina soc. coop. a.r.l.). Dopo il fallimento, i fedeli recuperano gli arredi dell’attività e lo comunicano al Comune, il quale, osservando che gli arredi provenivano da una società diversa da quella a cui era stato affidato l’immobile, revoca l’affidamento tramite una decisione dirigenziale. Tuttavia, il Cga fa notare che non vi è alcun documento che attesti la cessione dell’immobile a terzi e che l’Amministrazione comunale ha agito con eccesso di potere, travisando i fatti e conducendo un’istruttoria superficiale.

“Mentre la città brucia di debiti e cause perse, il Consiglio comunale si prepara a votare un bilancio dove già l’Amministrazione comunale ha riposto un altro milione e mezzo di euro per spese afferenti a decorsi esercizi relative a sentenze passate in giudicato. Dove vogliamo arrivare? Chiediamo, anzitutto, che la Casa del Pellegrino sia restituita al decoro e alla dignità che merita l’immobile e che il Comune collabori affinché torni ad essere luogo di accoglienza per chi viene a visitare la città per turismo religioso. – conclude Mangiafico – Eh già, il “turismo religioso”, tanto “richiamato” nei loro programmi da sindaco e vice-sindaco che, come sempre, sono caratterizzati da una distanza siderale tra ciò che dicono e ciò che fanno.”


© Riproduzione riservata - Termini e Condizioni
Stampa Articolo


© Riproduzione riservata - Termini e Condizioni