Che il vincitore assoluto della competizione elettorale appena conclusa sia l’astensionismo, è un dato di fatto. Che questo sia in costante crescita, anche. Ma che fosse talmente radicato da partecipare attivamente alla campagna elettorale non era ancora così chiaro. E proprio in occasione delle regionali appena concluse, il “partito del non voto” ha deciso di mostrare tutta la propria forza. A Floridia, in particolar modo, dove ha persino diffuso dei manifesti, contestatissimi, che sono costati anche pericolose accuse all’amministrazione comunale che ne ha autorizzato l’affissione. E oggi, mentre alcuni festeggiano e altri si leccano le ferite, è tornato, con nuovi manifesti, anonimi è ovvio, che di nuovo fanno imbestialire chi alla politica ci crede ancora e il proprio diritto/dovere di voto lo esercita con fierezza. Appena 4 parole: “Ho vinto di sicuro” per agitare il popolo, soprattutto quello del web, e che fanno eco a quelle apparse pochi giorni prima delle elezioni, “Io non voto”.
Ma in tempi di campagna elettorale, la propaganda non passa solo dalle affissioni, lo sa bene Antonello Rizza che, diciamocelo, è quello che più di ogni altro ha dovuto lottare per arrivare alla fine, persino contro la detenzione e il divieto di mettere piede nella propria città. Da questa situazione, piuttosto, ha tratto ispirazione e tra un comizio e l’altro, in giro per provincia per incontrare i propri elettori e conquistarne di nuovi, ha trovato il modo per dichiarare tutto il proprio amore per Priolo: via WhatsApp ha diffuso un messaggio stampato su una maglietta, eventualmente acquistabile: “Non importa dove possa andare, Priolo Gargallo sarà sempre casa mia”.
Ma se dovessimo stilare una classifica della migliore propaganda politica, il gradino più alto del podio andrebbe sicuramente a lui, Pippo Gennuso, neo rieletto all’Ars che, dopo le polemiche per lo striscione che invitava al voto apparso allo stadio di Rosolini durante una partita della squadra di casa, ha fatto di nuovo parlare di se. Forse inconsapevolmente. Questa volta però, ha anche fatto rabbrividire gli amanti della lingua italiana, e non solo. Tutta colpa di un accento che proprio non ci doveva stare. Se fosse stato un sms avremmo dato la colpa al t9, ma su una maglietta non lo possiamo accettare. Almeno un paio di persone devono aver letto la scritta prima di stamparla e molte di più sono quelle che l’hanno indossata con orgoglio senza nemmeno accorgersi, probabilmente, di andare in giro con uno dei più gravi, e diffusi purtroppo, errori di ortografia: “I love Rosolini è voto Pippo Gennuso”.
© Riproduzione riservata - Termini e Condizioni
Stampa Articolo
© Riproduzione riservata - Termini e Condizioni