Al Teatro Greco "Elettra", in studio con Anna Bonaiuto (Clitennestra), Roberto Latini (Oreste)

Ultime news

Siracusa non ha perso la sfida con gli abusivi, non vuole giocarla. E allora, forse, meglio pareggiarla…

Sembra un gioco allo scaricabarile tra gli assessorati al Centro storico, al Commercio e alla Polizia municipale. Responsabilità che si rimpallano da una parte all'altra, ma la verità è che in tutta la città ogni 100 metri è facile trovare almeno un abusivo che vende monili o frutta e verdura o chissà cosa

Ok, un mese fa si diceva che Siracusa avesse perso la sua sfida contro gli abusivi. Non è vero, bisogna ricredersi. Siracusa non ha perso la sua sfida contro gli abusivi, ha semplicemente deciso di non giocare la partita. E la dimostrazione si è avuta ieri, durante l’evento “Aperto per cultura” che ha portato nel centro storico praticamente tutti i siracusani. Ieri, infatti, non c’erano gli ambulanti abusivi sul largo XXV luglio a vendere scarpe da ginnastica, occhiali, palloncini o monili a dimostrazione del fatto che quando l’amministrazione comunale si impegna, riesce a impedire gli scempi che quotidianamente si manifestano.

Davanti al tempio di Apollo, oggi pomeriggio, tutto è tornato alla “normalità”. Così come sotto la fonte Aretusa per tutta la strada che porta alla Villetta. O in via Landolina. O in tante altre strade fuori dal centro storico. E le responsabilità sono di tutti: in primis della volontà politica che sembra mancare per combattere quella che è una vera e propria piaga. Sembra un gioco allo scaricabarile tra gli assessorati al Centro storico (a proposito, forse bisognerebbe definire meglio compiti e responsabilità su questa rubrica), al Commercio e alla Polizia municipale. Responsabilità che si rimpallano da una parte all’altra, ma la verità è che in tutta la città ogni 100 metri è facile trovare almeno un abusivo che vende monili o frutta e verdura o chissà cosa.

Colpe anche della Polizia municipale, che è vero che deve fare i conti con l’impossibilità anche economica di predisporre nuove assunzioni e si trova con la coperta corta e un organico ridotto all’osso ma anche con un evidente disinteresse a intervenire in tal senso. Alcuni non intendono intervenire sequestrando la merce (per metterla dove, visto che i magazzini sono già pieni di roba inutile?) e preferiscono voltarsi dalla parte opposta, altri non vogliono provarci per il quieto vivere e così – per fare un esempio – la vendita di ricci nei tempi e modi non consentiti è tollerata (ma quando si parla di salute non dovrebbe esserlo) forse perché memori delle botte prese da Le Iene quando girarono un servizio in città.

Colpa però anche dei cittadini, che – forse ormai assuefatti e abituati a pagare l’obolo al parcheggiatore, ad acquistare frutta e verdura per strada senza chiederne la provenienza, a trovarsi l’extracomunitario munito di ombrello dopo 5 secondi di pioggia – sembra non riescano più fare a meno di acquistare a bassissimo costo merce scadente. E questo spiegherebbe il proliferare di negozi cinesi che pian piano conquistano la città. Quindi, forse, se invece di comprare chissà dove si decidesse di utilizzare i mercati rionali, i negozi di vicinato, i supermercati o qualsiasi altra attività commerciale che paga regolarmente le tasse.

E a questo punto, se proprio non si può mettere una postazione fissa a ogni angolo per avere un po’ di quell’ordine che i siracusani in fondo amano, la provocazione è presto fatta: pareggiamo la partita. Autorizziamo e discipliniamo gli abusivi, convincendoli a spostarsi in luoghi con meno impatto visivo, dalla parte opposta rispetto a paesaggi e monumenti, sulle strisce blu e non su quelle pedonali, facciamo pure un mercato degli abusivi in una piazzetta oggi desolata che così potrebbe riprendere vita (o diventare una kasbah). È vero, la lotta è impari, ma insomma… si faccia qualcosa perché l’inerzia è insopportabile.


© Riproduzione riservata - Termini e Condizioni
Stampa Articolo


© Riproduzione riservata - Termini e Condizioni