Attività repressiva della Capitaneria di Porto di Siracusa nella mattinata odierna a contrasto della pesca abusiva perpetrata all’interno del Porto grande di Siracusa; nell’occasione gli equipaggi delle motovedette “cp 832” e “cp 2109”, congiuntamente alla squadra operante a terra, hanno rilevato la pesca di ricci oltre il numero consentito (massimo 50 esemplari per il pescatore sportivo) effettuata da un subacqueo nello specchio acqueo sottostante il castello Maniace, e la pesca con attrezzo non consentito (rete da posta di circa 100 metri subito sottoposta a sequestro per la successiva confisca) operata abusivamente da pescatori non professionisti all’interno del porto nello stesso momento.
Gli uomini della Guardia costiera hanno pertanto proceduto a redigere i relativi verbali amministrativi sanzionatori contestando l’effettuazione di attività di pesca con attrezzi non consentiti e la pesca di ricci oltre il numero consentito, rispettivamente a carico di M.M. e M.G., notiziando per quest’ultimo anche l’autorità giudiziaria in considerazione del grave pericolo per la sicurezza della navigazione e dello stesso pescatore rappresentata dalla pesca subacquea all’interno di un porto, aggravata dalla mancanza dell’apposito pallone di segnalamento.
Al termine dell’operazione si è inoltre accompagnato presso l’Ufficio stranieri della Polizia uno straniero sprovvisto di documenti per l’identificazione e l’eventuale verifica della regolarità del suo soggiorno nel territorio dello stato.
La vicenda rientra nell’ambito del fenomeno della pesca abusivamente perpetrata da individui non appartenenti al ceto peschereccio, non iscritti nei registri professionali dei pescatori, che, oltre ad effettuare l’attività di pesca con attrezzature illegali o comunque loro non consentite (perchè riservate ai pescatori professionisti) ed in zone a diverso titolo vietate, pongono in vendita quanto pescato in maniera altrettanto illegale, con notevole rischio per la salute dei consumatori, vista l’incerta provenienza del prodotto ittico e i mezzi con i quali dalla cattura viene poi posto in vendita.
“Rammentandosi che le sanzioni amministrative previste dalla legge per tali infrazioni vanno da un minimo di 1000 ad un massimo di 6000 euro – si legge nella nota della Capitaneria aretusea – e prevedono il contestuale sequestro di attrezzature e pescato, si invita la cittadinanza a diffidare dei prodotti ittici venduti al di fuori dei normali punti vendita a ciò autorizzati, ed anzi a segnalare potenziali attività illecite sulla filiera della pesca al numero blu 1530 (gratuito) o allo 0931/481004″.
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