Riceviamo e pubblichiamo la seguente nota a firma di don Rosario Lo Bello:
“Vedo da più parti proteste contro lo spostamento della festa di Santa Lucia dal 13 dicembre alla domenica successiva. A supporto di tale lagnanza sono riportate motivazioni di fede, di storia e di religiosità. Credo sinceramente che si tratti solo di bigottismo e superficialità. Mi domando quante delle persone che partecipano alla processione del 13 dicembre frequentino con assiduità le proprie comunità parrocchiali, vadano a messa la domenica, aprano e leggano il vangelo con devozione. Dal quel che si vede lungo la processione, si tratterebbe di poche persone.
La processione è da più di un ventennio disordinata, priva di silenzio, di devozione e di preghiera. Pochissime persone si mettono in fila per partecipare al pellegrinaggio, la maggior parte sta nel marciapiede a guardare, magari con la pizzetta o l’arancina in mano. Molti si divertono a scattare fotografie. Tanti individui con spilline di confraternite ed associazioni, con il pretesto di guidare la processione, stanno al cellulare. Quasi nessuno prega, anche io in processione, vestito da prete sono stato disturbato da tante persone che mi volevano salutare, impedendomi di pregare. Dappertutto urla e berci.
Da un vecchio megafono escono preghiere eccessivamente intellettualizzate e difficilmente rincorribili. Nessuno canta. Due anni fa, lungo la processione ho visto anche degli uomini vestiti da preti e ho domandato da dove venissero, credendo che si trattasse di confratelli. Ho scoperto invece che si trattava di attori ingaggiati nel corteo storico che indossavano abiti da preti e monsignori. Insomma nella processione vi erano anche queste costumate.
Vi sono poi altri facili motivi che rendono critica questa processione. Prima di tutto, il suo peso economico. Non è possibile ogni anno, in questi tempi di crisi, cambiare l’illuminazione. Fino a poco tempo fa, vi era sempre la stessa, conservata ogni anno per essere usata nella festa. Perché non tornare a quest’uso ed evitare di spendere 300.000 euro inutilmente? Le luci di festa nelle strade sono importanti, soprattutto per i nostri commercianti. Ma nessuno vieta di acquistare gli addobbi luminosi una volta per tutte.
In secondo luogo il valore simbolico a livello cittadino. Non si fa altro che ripetere che santa Lucia rappresenti la siracusanità e la siracusanità sia rappresentata da santa Lucia. Ma poi? E’ una retorica vuota. A quanti interessa la festa, non interessa il martirio, il valore escatologico della verginità cristiana, né le linee della Dottrina sociale della Chiesa, su cui bisognerebbe riflettere in un momento di consapevolezza cittadina. In tal senso la cosa più bella della festa sono i discorsi del nostro arcivescovo, che ascolto e medito ogni anno con la dovuta e mai paga attenzione.
Rimane in parte un valore tradizionale a questa festa: l’elevato grado di consapevolezza ideologica dell’élite urbana siracusana in grado di illudere tramite questi momenti la popolazione, ridimensionando la criticità del momento che la città attraversa. Così fecero i nobili spagnoli, così si fa tuttora. Infine consegno ai fedeli di Santa Lucia un consiglio. Innanzi tutto scendere il simulacro dall’altare maggiore della Cattedrale. Non è quello il posto adatto ad una statua. Lì si pone solo la SS: Eucarestia quando si fa l’adorazione. Piuttosto che inscenare improbabili proteste, sarebbe meglio pregare un po’ di più”.
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