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Siracusa, Sindaco a “sesso unico”

Quotre Rosa nella politica locale,  la nota dell’Avv. Salvatore Salerno

“Al Sindaco di Siracusa, Presidente del Consiglio Comunale e Difensore Civico
Comitato 100 donne e Re.te. Associazioni – Organi di Informazione e Stampa

Visentin, il rimpasto svela la coda di paglia del sindaco “a sesso unico” .

Pari opportunità di genere nelle Giunte: illegittimi gli Statuti provinciale e comunale di Siracusa e le nuove (come le vecchie) Giunte Bono e Visentin.

“Un buon amministratore, un politico attento, dovrebbe mostrare sensibilità nei confronti delle donne e garantire una adeguata rappresentanza della componente femminile in ciascun organismo, a prescindere dalle quote rosa alle quali sono sempre stata contraria”. (Mara Carfagna, Ministro per le Pari Opportunità, 24 settembre 2009)

Avevamo già questa estate documentato (vedasi rassegna stampa) la vergogna della sfacciata indifferenza e spregio dei vertici politici degli enti locali siracusani, non solo verso il tema della pari opportunità, ma anche nei confronti di tutti i temi statutari, atteso che gli Statuti di Provincia e Comune e in particolare di quest’ultimo, risultano ormai pezzi di carta straccia, mai attuati, mai aggiornati: si pensi solo alle materie del decentramento secondo la riforma della L.R. n. 22/2008, ancora non recepita dal sindaco Visentin, oppure alle materie della partecipazione e dei nuovi diritti individuali, di cittadinanza e collettivi.

Ebbene, si sappia che delle clamorose carenze dello Statuto comunale, Visentin non solo non si vergogna nè corre ai ripari, ma al contrario addirittura si fa scudo, come dimostra la sua lettera ufficiale al Difensore Civico del 6 agosto 2010 n. prot. 98461, che riportiamo qui appresso, nella quale sostanzialmente il Sindaco risponde al Difensore Civico (il quale lo aveva interpellato per conto dei Comitati “quartieri fuori dal comune” e “100 donne”) che nessun obbligo ha il Sindaco di garantire la presenza delle donne nella Giunta in quanto “lo Statuto non lo impone” e che spetta alla politica risolvere questo problema!

Ma Visentin è caduto in una doppia falsità! E lo dimostriamo ancora una volta.

Innanzitutto, poco dignitosamente il Sindaco si nasconde dietro il paravento del mancato aggiornamento dello Statuto in materia di parità di genere, ma si tratta di una scusa risibile poiché proprio lui avrebbe dovuto promuovere l’adeguamento dello Statuto comunale!

Questo comportamento somiglia al caso di colui che si autoprocura uno stato di incapacità per poi commettere un reato del quale così spera di non rispondere. Ma in realtà non funziona così, nè in sede penale, né nel nostro caso, dove Visentin resta nudo di fronte alla sua palese omissione politica e istituzionale! Peraltro, che lo Statuto comunale di Siracusa non contenga una norma specifica sulla parità di accesso delle donne negli organi di governo del Comune, non mette il Sindaco al riparo da contestazioni, poichè il suo obbligo è immediato e deriva già direttamente dalla Legge: art. 51 della Costituzione (parità di accesso a uffici pubblici e cariche elettive); art. 56 della L.R. n. 26/1993 sulla “Pari opportunità”; art. 6 del T.U. nazionale degli Enti Locali; art. 31 del D.Lgs. 198/2006 “Codice delle pari opportunità tra uomo e donna”.

Sul punto specifico, chiaramente quest’anno la giurisprudenza di tutti i TAR ha sentenziato che “la norma … anche alla luce dell’art. 51 Cost., non può avere carattere meramente sollecitatorio o comunque non cogente: essa non può essere intesa … alla stregua di mera raccomandazione liberamente disattendibile … la predetta disposizione costituisce al contrario una regola … diretta a valere non solo in sede di revisione statutaria ma anche in assenza di siffatto recepimento … Essa costituisce pertanto una disposizione vincolante”.

Deve essere chiaro infatti, una volta per tutte che allo Statuto (comunale o provinciale che sia) non compete attribuire un diritto che è già fissato a monte dalla Legge, quindi è illegittimo quello Statuto (come è nel caso della Provincia, di cui a torto il PD si vanta..) che contenga una norma “pappagallo” cioè ripetitiva della Legge, cosa che non serve a nulla e che non aggiunge nulla al diritto di parità già esistente!

Piuttosto allo Statuto spetta di specificare in dettaglio con quali modalità di trasparenza, cognizione e partecipazione civica il Comune e la Provincia di Siracusa intendano realizzare in concreto la parità di accesso nella Giunta e negli altri organi del governo e sottogoverno! Così infatti testualmente recita la Legge: “Gli statuti comunali e provinciali stabiliscono norme per assicurare condizioni di pari opportunità tra uomo e donna ai sensi della legge 10 aprile 1991, n. 125 e per promuovere la presenza di entrambi i sessi nelle giunte e negli organi collegiali del comune e della provincia …, nonchè degli enti, aziende ed istituzioni da essi dipendenti.”

Questa è la vera mission dello Statuto: “stabilire norme per promuovere …”, una finalità tradita dai vertici e dai Consigli di Comune e Provincia, i quali sarà bene che non si cullino sulla recente ordinanza del TAR Catania che ha respinto il ricorso in sospensiva del PD, perché tale ordinanza in realtà non ha toccato il merito della questione, ma ha semplicemente detto agli organismi politici del PD di perseguire l’obiettivo della parità nelle pertinenti sedi politico-consiliari e non in quelle giudiziarie, ciò implicando che diversa sarebbe invece la musica del TAR in caso di ricorso presentato dalla società civile.

Sta di fatto che le attuali vicende del rimpasto politico nelle Giunte di Comune e Provincia, al di là del severo giudizio politico che tutti hanno dato, hanno comunque offerto l’opportunità a Bono e Visentin di potersi ritrovare, a pochi giorni dal giudizio al TAR, la provvidenziale foglia di fico di una (una!) donna nelle rispettive Giunte, circostanza che dimostra in modo clamoroso la coda di paglia di Bono e Visentin e dell’intera maggioranza sul tema!

In sostanza Bono e Visentin hanno sottratto a priori, ad un intero genere di cittadini, la possibilità di esercitare i propri diritti costituzionali di accesso alle cariche amministrative, in violazione del principio costituzionale di cui all’art.51.

 

Peraltro lo Statuto dell’Ente locale, dopo la Riforma del Titolo V della Costituzione, è stato pienamente riconosciuto dall’art. 114 della Costituzione come fonte normativa di rango subordinato solo alla Legge, per cui, combinandosi tale disposizione con l’art. 51 della Costituzione, deriva oggi che lo Statuto locale deve codificare in dettaglio le regole della parità di accesso alle cariche amministrative, mentre il Sindaco e il Presidente della Provincia devono attuare tali regole in concreto.

Ciò significa che il Consiglio (comunale e provinciale) deve provvedere a inserire nello Statuto una norma ben dettagliata in materia, che sia il frutto di un confronto con la società civile e con le associazioni delle donne, se non lo farà subito, organizzeremo la diffida formale e gli amministratori rischieranno la rimozione ai sensi dell’art. 40 della L. 142/1990 come recepita in Sicilia dalla L.R. n. 48/1991, mentre il Consiglio sarà passibile di scioglimento, per persistente inadempienza di legge, come espressamente avverte la Circolare dell’Assessorato Reg. Enti Locali 11 aprile 1992 n. 2, in quanto l’adeguamento dello Statuto non costituisce adempimento commissariabile, come ha peraltro statuito il C.G.A. con parere 27 aprile 2005 n. 297.

Quanto alla seconda “scusa” di Visentin, quella che scarica tutte le colpe delle mancate nomine sulla politica – che poi è pur sempre la politica di casa sua … – lo rinviamo alle chiare parole di un altro TAR, quello di Napoli per il quale “non possono essere posti a sostegno della mancata presenza di una donna nella Giunta ragioni di opportunità politica … il Sindaco … deve dimostrare di essersi concretamente e personalmente attivato, anche al di fuori degli orientamenti politici interni alla maggioranza, per individuare delle donne idonee e disponibili a rivestire l’incarico. … diversamente traducendosi in un’ingiustificata elusione di un cogente precetto costituzionale” (TAR Campania – Napoli Sez. I, 07/06/2010 n. 12668).

Le note che precedono valgono come formale istanza di intervento agli Organi in indirizzo, ciascuno secondo le rispettive competenze.
Le presenti note valgono espressamente come interpello – con carico di intervento e risposta – al Difensore Civico del Comune di Siracusa, trattandosi di diritti e interessi collettivi e di materia statutaria.
Siracusa, 03 dicembre 2010 Avv. Salvatore Salerno

seguono lettera del Sindaco al Difensore Civico e rassegna stampa “

 


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