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Siracusa, Spada (Pd) attende l’apertura del sindaco Italia e si rivolge al partito: “serve una stagione nuova”

"Si è chiusa una fase con la candidatura di Renata Giunta, non è andata bene. Si è chiusa anche la fase di ballottaggio, con la scheda bianca che non è stata protagonista. Quindi il 90% dell'elettorato del Pd ha votato per Francesco Italia"

Nel calcio si dice: chi vince festeggia, chi perde spiega. Il Partito democratico… che cosa fa? Lo abbiamo chiesto al deputato regionale del Partito democratico, Tiziano Spada, presente in piazza della Repubblica per festeggiare la riconferma del sindaco Francesco Italia, nonostante il partito non fosse dello stesso avviso. Ma il parlamentare regionale lancia anche una serie di segnali invitando il proprio partito a rimodellarsi, rimodularsi, ripartire con una nuova gestione.

Onorevole Spada, il Pd che ha fatto?

“Per la posizione che ha assunto, ha vinto. Nel senso che ha deciso di lasciare liberi tutti… A parte gli scherzi, c’è stata una direzione cittadina che ha voluto lasciare spazio a tutti gli elettori, nonostante quello che ha scritto il commissario di F.I. Bonfanti, che ci ha rimproverati di aver tradito il deliberato. Forse non lo ha letto, perché il documento lasciava il voto alla libertà conoscenza. Al male minore. Anche se secondo me Italia non è il male minore ma…”

L’unica scelta plausibile per chi si riconosce nei valori del centrosinistra“. Lo ha scritto lei in un comunicato.

“E lo riconfermo. C’è un aspetto che riguarda gli atti amministrativi, cui puoi essere contrario, e poi l’aspetto dei valori. Non sono uguali Francesco Italia e Ferdinando Messina e il sindaco in questi anni ha portato avanti battaglie per cui lo identificano con il centrosinistra”.

Il Pd in Consiglio avrà tre consiglieri. Quale atteggiamento spera che abbiano? E, c’è già un identikit sulla futura guida del partito?

“Ho avuto modo di sentire i consiglieri comunale e la linea che porteranno avanti non si discosta da quella del Partito democratico, che si aspettano un’apertura dal sindaco eletto. Siamo in attesa di una proposta da parte della nuova amministrazione che guardi allo sviluppo della città senza mettere in mezzo posizioni di sottogoverno. Quello che faremo in questi 5 anni ce lo troveremo per i prossimi 20, perché soldi di questa portata attraverso il Pnrr non ce ne saranno spesso. Quell’apertura dovrà poi essere valutata, ma non saremo opposizione a prescindere. Si è chiusa una fase con la candidatura di Renata Giunta, non è andata bene. Si è chiusa anche la fase di ballottaggio, con la scheda bianca che non è stata protagonista. Quindi il 90% dell’elettorato del Pd ha votato per Francesco Italia”.

Sì, d’accordo, ma col Pd è sempre tutto molto fumoso. Oggi, Francesco Italia, con chi deve sedersi per parlare? Esiste un evidente scollamento tra l’elettorato e la direzione? Anche il solo ritenere simili Messina e Italia ed entrambi, cito, “imbarazzanti” non ha favorito.

“Quella è l’opinione di una parte del Pd e della coalizione. Che Marika Cirone Di Marco abbia un’opinione non positiva su Italia è risaputo, dopo 5 anni di amministrazione in cui c’è stato modo di fare una valutazione. Affermazioni che non mi stupiscono ma è solo una parte di partito: scheda bianca o Messina. Poi c’è un’altra parte di partito che era su: scheda bianca o Italia. Che ora deve fare un appello al Pd in cui convoca i consiglieri comunali, il segretario cittadino (Santino Romano, ndr), il deputato regionale e il commissario provinciale (Antonio Nicita, ndr). Si fa una proposta sullo sviluppo della città e si valuta insieme ma non ci sarà un’opposizione strumentale e aprioristica. Non è questa la linea della maggioranza del partito, chi lo farà e vorrà dirlo sui giornali, lo farà solo a titolo personale, siamo abituati alle correnti ma è ancora più competitivo. Non voglio tornare agli anni del 61-0 per il centrodestra. È facile fare opposizione, ma ognuno deve assumersi la responsabilità delle scelte. E possiamo essere opposizione a Italia quando non ci troviamo sulle scelte amministrative e non sulla persona”.

Il Pd però adesso deve modificarsi, se vuole sopravvivere. E adesso serve una guida.

“Dopo le dimissioni di Adorno il senatore Nicita è riuscito a unificare. Ora serve un segretario provinciale con una maggioranza non apparente (legata alla persona del momento) aprendo una stagione nuova con un’idea di partito, una prospettiva. La leadership è qualcosa che si conquista e te la devono riconoscere gli altri”.

E c’è un leader, oggi? Renata Giunta ha dimostrato in poco tempo di riuscire ad avere un seguito, può avere un ruolo?

Lei è stata la vera sorpresa, continua a essere un valore aggiunto per il Pd, ha dimostrato di sapere di cosa parla dal punto di vista tecnico raggruppando 11 mila preferenze. Il suo ruolo dovrà essere definito in questa fase congressuale anche in base alle ambizioni. Ma nel momento in cui Renata sceglie di intraprendere un percorso nel Partito, dovrà rappresentare il Pd al di là dello spazio che le venga dato”.

Tra le persone ringraziate pubblicamente da Italia, c’è anche l’ex presidente dell’Ordine degli avvocati e membro del Cnof. Che ruolo ha nel Pd e quale ha avuto in questa tornata elettorale del ballottaggio?

“Favi si presenta da solo dal punto di vista professionale, dal punto di visa politico spero che possa svolgere un ruolo nel Pd, al quale è iscritto. Serve più Francesco Favi con una spinta fresca e una visione mentale più aperta che…”

Che… facciamo i nomi.

“No, nessun nome. Non mi piace chi dice che dobbiamo cambiare i vecchi del partito. Sono stato sostenuto da Egidio Ortisi alle Regionali, che appartiene a una storia politica passata ma con cui cui ho l’esigenza di sentirmi settimanalmente per comprendere il suo punto di vista. Stessa cosa con Franco Piro, che ancora oggi ha lucidità mentale e visione che mi può essere di aiuto”.

 Che ruolo potrebbe avere, allora, Favi?

“Con lui non mi sono ancora visto né sentito, sarà mia cura coinvolgerlo”.

Pensiamo alle elezioni provinciali. Il Pd vorrà fare una proposta e non penso voglia iniziare in ritardo come ha fatto alle Amministrative. Sarà ancora in coalizione con Lealtà&Condivisione e Movimento 5 Stelle?

“Il 70% degli esponenti di L&C è tesserato al Pd e ha partecipato attivamente alle Primarie. Hanno scelto di non candidarsi nel Partito per mantenere la propria identità ma apparteniamo allo stesso partito. Non possiamo non pensare alle Provinciali senza una coalizione progressista che preveda Pd, M5S, il gruppo di Cateno De Luca e Azione o comunque quei moderati che non si riconoscono in questa amministrazione regionale. Altrimenti possiamo decidere di fare una partita solitaria con un candidato consapevole della sconfitta. FdI è partita col 2% ed è diventato il primo in Italia, quindi non escludo che si possa prendere una decisione del genere ma dobbiamo dircelo in faccia e dirlo agli elettori: il nostro obiettivo è vincere e amministrare, ma non possiamo farlo isolandoci”.

Esiste già una tempistica per avere una guida del partito?

“Attendiamo la direzione nazionale che detterà modi e tempi. Il congresso è un momento di condivisione e di crescita ma penso in autunno”.


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