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Siracusa, “Veleni in Procura 2” e microspie nella stanza del Pm: indagini avviate nei Palazzi di giustizia di Milano, Roma, Messina, Palermo e Catania

Non si può che essere preoccupati se si trova una microspia nella stanza di un magistrato e ancor più preoccupati perché non se ne conosce il motivo. Sarebbe importante fare chiarezza, ne va del bene di questa città, che non vuole più vivere una nuova stagione di veleni

Contestualmente alla condanna del Pm Maurizio Musco e dell’ex Procuratore capo Ugo Rossi, sembra si sia aperta una nuova stagione del veleni in Procura. La cimice trovata all’interno della stanza del Pm Giancarlo Longo fa pensare a indagini avviate da altre Procure nei confronti di almeno un componente di quella aretusea.

Non trapela alcuna notizia certa, ma sembra siano aperti diversi filoni di indagine avviati nei Palazzi di giustizia di Milano, Roma, Messina, Palermo e Catania per via di una serie di esposti presentati da più persone nei confronti di personalità importanti della politica, dell’imprenditoria e della magistratura locale. All’interno ci sarebbe di tutto: politica contro politica (e qui si gioca facile considerato lo scontro aperto tra il sindaco Garozzo e il consigliere Simona Princiotta), politica contro magistratura (sempre il sindaco ha sollevato dubbi nei confronti dell’operato dei Pm Longo e Di Mauro, che hanno la maggior parte dei fascicoli su questa amministrazione), imprenditori contro politica e viceversa (basti vedere la vicenda Open Land-Fiera del Sud), ma anche imprenditori contro magistratura (gli ex proprietari della clinica villa Rizzo pare abbiano presentato esposti contro il sostituto Longo) e perfino magistrati contro magistrati, se è vera la notizia secondo cui alcuni Pm di Siracusa abbiano sollecitato l’intervento dei colleghi di Messina (competenti sul nostro territorio) segnalando un comitato d’affari che starebbe provando a influenzare l’ultimo piano del Palazzo di Giustizia. E non solo.

Sono accaduti avvenimenti o semplici collegamenti che hanno fatto scattare una mania del sospetto a ogni livello: la lettera anonima giunta a questa redazione e di cui si è occupato pure il Fatto Quotidiano sulla querelle tra Tar e apertura del centro commerciale a Epipoli; la vicenda di Aprom, associazione che vedeva al suo interno l’avvocato di Open Land Giuseppe Calafiore con il collega e amico Piero Amara (coinvolto nei veleni in Procura con l’amico magistrato Maurizio Musco), il Pm Longo invitato ad alcuni convegni organizzati dallo stesso legale del gruppo Open Land tramite l’associazione Aprom ed esponenti autorevoli della magistratura amministrativa e contabile. Su tutte queste situazioni a vari livelli sono stati chiesti interventi a Palermo, Roma, Catania e Messina. A cui aggiungere anche la questione Eni, argomento scottante che ha interessato Siracusa per breve tempo a seguito di un esposto anonimo presentato a questa Procura e raccolto dal Pm Longo, che ha poi consegnato il fascicolo a Milano.

Tanti, troppi enigmi e tanti, troppi silenzi. Certo, non si può che essere preoccupati se si trova una microspia nella stanza di un magistrato e ancor più preoccupati perché non se ne conosce il motivo. Sarebbe importante fare chiarezza, ne va del bene di questa città, che non vuole più vivere una nuova stagione di veleni. C’è bisogno che gli organi inquirenti non solo siano, ma appaiano al di sopra di ogni sospetto.


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