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Siracusa verso il voto: i 4 dell’Apocalisse si sono sciolti e hanno scelto

Bonomo, Cafeo, Vinciullo e Bandiera hanno preso strade diverse

Il centrodestra a Siracusa è compatto, tutto sommato, e i 4 dell’Apocalisse (Bonomo, Cafeo, Vinciullo e Bandiera) si sono sciolti e hanno scelto: Il primo con Garozzo, l’ultimo candidato a sindaco, gli altri due a sostegno di Ferdinando Messina. Alla fine, per l’ex consigliere e assessore poteva andare molto peggio, poteva trovarsi con una o due liste a sostegno (Forza Italia e Fratelli d’Italia hanno da sempre tenuto il punto e la barra dritta) e invece potrebbero essere 7 (Forza Italia, Fratelli d’Italia, Mpa, Democrazia Cristiana, le liste Laboratorio civico di Castagnino e Insieme di Alfredo Foti e Siracusa protagonista di Vinciullo).

I 4 dell’Apocalisse. “Non condividendo il metodo di lavoro fin qui svolto dal tavolo “siracusano”, confidiamo che lo stesso riesca in tempi brevi ad elaborare una proposta all’altezza delle aspettative della città” avevano detto l’1 marzo, sottraendo i loro nomi da una valutazione svolta in sede provinciale che non li convinceva e aggiungendo: “sarà infine nostra cura valutare se la proposta che uscirà dal tavolo sia all’altezza delle esigenze della nostra città. Siracusa esige un’amministrazione capace, affidabile, inclusiva, intellettualmente onestà”.

Enzo Vinciullo. È stato l’ultimo in ordine di tempo a decidere il da farsi, dopo aver incontrato il presidente Renato Schifani ha riunito i suoi fedelissimi. In queste settimane il suo gruppo è stato “corteggiato” praticamente da tutti: Bandiera, Garozzo, persino Italia. Ha accarezzato l’idea anche di candidarsi, di essere l’undicesimo aspirante sindaco, lui che lo ha sempre voluto fare. Ma alla fine la decisione è stata un’altra: il sostegno al centrodestra, a Ferdinando Messina. C’è qualche mal di pancia all’interno, c’è chi non assicura l’appoggio al candidato sindaco – ritenuto valido ma non politicamente attraente – perché avrebbe auspicato un passo in avanti deciso dal proprio leader e perché guarda all’alternativa Bandiera. Ma si va avanti, provando a non perdere pezzi.

Edy Bandiera. I mal di pancia dei vinciulliani sono il suo obiettivo, i dubbi dei consigliere dell’Mpa sono la sua speranza. Aveva scelto di togliere, con gli altri, il proprio nome dal tavolo. Poi l’ha rimesso, ma al tavolo non c’era più nessuno. Sa che la scelta di Messina calata dall’alto – e più in particolare da Riccardo Gennuso e dal tavolo regionale – ha creato qualche malumore tra i candidati al Consiglio comunale. Non può negarlo: punta a recepire il voto disgiunto del popolo del centrodestra. Più saranno i delusi, più avrà possibilità di puntare a un ballottaggio che a oggi appare inverosimile. Più saranno serrate le fila del centrodestra, meno possibilità avrà di uscirne da vincitore. La sua è una squadra compatta, di amici che vogliono dimostrare che il centrodestra ha commesso un errore a non puntare sull’ex assessore regionale. È una scommessa, su sé stesso.

Mario Bonomo. ex coordinatore provinciale di Mpa, lo aveva detto a chiare lettere: con Peppe Assenza candidato si perde. Lo ha ribadito anche su Ferdinando Messina. È stato lui a far implodere Officina civica: ha espressamente detto di non vedere Alfredo Foti il proprio candidato ideale. Ha puntato su Giancarlo Garozzo, sostenuto da Gianluca Scrofani e Moena Scala. Ha decretato la frattura con Foti e Castagnino che si sono buttati su Messina, delusi e arrabbiati con gli ex compagni di viaggio. Continua a parlare con tutti, sta cercando di convincere alcuni amici (anche del Partito democratico) a puntare sul disgiunto da Renata Giunta per premiare l’ex sindaco. Vuole dimostrare di avere ancora un peso. Elettorale e politico.

Giovanni Cafeo. Attendeva in silenzio un’eventuale segnalazione dall’alto dal tavolo regionale. Ha atteso silenzioso che a Catania si decidessero le sorti dell’unità del centrodestra. Ha continuato ad attendere, in silenzio, mentre altri lavoravano per un’alternativa valida. E in silenzio è rimasto, oggi, che da deputato uscente non presenterà la lista di Prima l’Italia. Sempre silenziosamente, sta aiutando Foti e Castagnino nel predisporre le due liste a sostegno di Messina. Che aiuterà silenziosamente. Troppo silenzio, però, a volte uccide. Elettoralmente. La sua è un’altra scommessa: lasciar passare del tempo, per tornare a parlare. Ma qualcuno, con questo silenzio, si è infastidito parecchio.


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